Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Adam insegna, per il resto del tempo si limita ad esistere svolgendo una vita apatica e priva di stimoli. Un giorno però qualcuno gli dice che assomiglia, anzi è praticamente identico, ad un attore, Anthony che Adam scova recuperando alcuni film in cui il suo sosia compare. Da quel momento Anthony diventa per Adam un’ossessione sempre più curioso di capire a distanza chi sia e come viva la sua vita. Ma nulla è veramente come sembra.
Ispirandosi al romanzo L'uomo duplicato di José Saramago il film diretto da Denis Villenueve lascia non poco perplessi. Già a partire dalla fotografia, una delle poche cose che mi sono piaciute della pellicola proprio perché caratterizzante, totalmente basata sui toni del giallo/senape, è chiaro che il regista ci chiede attenzione. Quando poi iniziano a comparire, così a caso e senza senso, ragni in ogni dove, è chiaro che sotto i nostri occhi sta accadendo qualcosa di strano e (volutamente) non ben definito.
Nonostante questi due enormi campanelli d’allarme la visione di questo film è stata per me molto travagliata. Già dalle prime sequenze in cui vediamo questo professore silente e corrucciato trascinarsi dalle aule scolastiche al suo appartamento, coinvolto(?) in una relazione attraente quanto la pizza con l’ananas, la noia prende il sopravvento e non va meglio con lo scorrere della visione, anzi. Più si va avanti e più le cose si complicano e più le cose si complicano più il film anziché scatenare la curiosità dello spettatore finisce per azzerare anche quel minimo interesse inizialmente palesato.
Ammetto che alla fine del film non avevo capito praticamente niente. Tanto che, cosa che mi accade davvero di rado, sono dovuta andare a cercare una spiegazione plausibile sull’Internet. Solo dopo aver letto un paio di articoli a proposito sono riuscita a venirne a capo. Quando ciò accade: quando mi devo avvalere di fonti esterne per comprendere una pellicola, ho sempre pensato che sceneggiatore prima e regista poi non siano stati in grado di trasmettere quello che avrebbero voluto e dovuto.
Per quanto l’incomprensione possa essere causata da una mia incapacità resta il fatto che (considerando che questa recensione raccoglie il mio parere) ho trovato la visione confusionaria. Seppur pregna di indizi gli stessi sono di difficile collocazione e/o comprensione. Tutti i continui rimandi da una persona all’altra senza un nesso apparentemente logico irritano la visione e si arriva a sperare che venga presto la fine, possibilmente anche più irritante dell’intera pellicola.
P.S. L’unico stimolo riguarda la curiosità inculcatami è stata quella di recuperare il romanzo di Saramago visto mai che riesce a farmi fare pace con questo film? (o forse a farmelo “odiare” anche di più).
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