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Enemy

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Regia di Denis Villeneuve

Con Jake Gyllenhaal, Mélanie Laurent, Sarah Gadon, Isabella Rossellini, Joshua Peace, Jane Moffat, Tim Post, Laurie Murdoch... Vedi cast completo

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Trama

Adam (Jake Gyllenhaal), un insegnante divorziato, vive un'esistenza tranquilla insieme alla fidanzata Mary fino al giorno in cui, dopo aver visto un film, scopre l'esistenza di Anthony, un attore identico a lui che vive a pochi passi da casa sua con la moglie Helen. Adam comincia a seguire il suo "doppio", curioso di capire a distanza chi sia e come viva la sua vita. A poco a poco la curiosità lascia spazio all'ossessione e presto le strade dei due uomini si incrociano, dando inizio a una letale battaglia alla fine della quale solo uno sopravviverà. Tutto ciò potrebbe però essere solo frutto della fantasia...

Approfondimento

ENEMY: UN UOMO E IL SUO DOPPIO

Con una sceneggiatura di Javier Gullón basata sul romanzo L'uomo duplicato del premio Nobel José Saramago e diretto da Denis Villenueve, Enemy racconta la storia di un professore universitario di nome Adam che, ormai prossimo alla fine della relazione con la fidanzata Mary, una notte mentre guarda un film nota un attore che sembra identico a lui. Consumato dal desiderio di conoscere il suo "doppio", Adam rintraccia Anthony, l'attore che vive insieme alla moglie incinta Helen, e lo coinvolge in una lotta complessa e pericolosa.
Thriller a carattere psicosessuale, Enemy si rivela un'inquietante e provocatoria analisi dei concetti di dualità e di identità, alla fine della quale soltanto uno dei due uomini sopravviverà. Con un profondo senso di vertigine che ne caratterizza tutta la storia, il film - così come il romanzo di Saramago - affronta con umorismo feroce il potere che il subconscio ha nell'influenzare la vita degli esseri umani, approfittando delle loro debolezze e delle fragilità generate dalla società circostante: il protagonista Adam, infatti, non è altro un uomo che per lasciare la sua amante e tornare dalla moglie incinta deve affrontare prima di tutto se stesso, il suo peggior nemico.

I PROTAGONISTI PRINCIPALI

Gran parte del peso di Enemy poggia sulle spalle dell'attore Jake Gyllenhaal, chiamato ad interpretare la parte di Adam e del suo alter ego Anthony. Descritti come due personaggi che si ritrovano ad intrecciarsi uno nella vita dell'altro, Adam ed Anthony si differiscono soltanto per alcune sottigliezze: uno dei due ha la barba mentre l'altro no e uno parla con un accento buffo di cui l'altro è invece privo. Entrambi, poi, sono alle prese con la stessa situazione ma in modo diverso ed inevitabilmente uno dei due deve lasciare il passo all'altro e soccombere per farlo sopravvivere. L'attrice francese Mélanie Laurent dà vita al personaggio di Mary, la fidanzata con cui Adam sta per rompere. Donna molto vulnerabile ma non necessariamente vittima, Mary è ancora molto innamorata del suo uomo ma si è resa conto che il loro rapporto semplicemente non funziona.
Helen, la moglie incinta di Anthony, ha il volto della talentuosa e giovanissima Sarah Gadon. Personaggio molto realistico e con i piedi per terra, Helen desidera che il marito sia diverso da come egli effettivamente è fino a quando un giorno lo vede entrare dalla porta come l'uomo che ha sempre voluto che fosse.
Terzo personaggio femminile forte di Enemy, è Caroline, la madre di Adam che da lui si reca per un chiarimento sulla situazione venutasi a creare. Ad interpretare Caroline, un'artista che esercitando potere sul figlio lo isola ancora di più nella sua angoscia, è Isabella Rossellini.

IMPROVVISAZIONE E RAGNI

Con una sceneggiatura che forniva solo spunti e indicazioni, Enemy durante le riprese ha potuto contare sulla capacità di improvvisazione degli attori, chiamati ad esplorare i loro personaggi e a regalor loro un percorso emotivo coerente da mettere in scena. Le sequenze in cui Jake Gyllenhaal interagisce con il proprio doppio hanno rappresentato una vera sfida per il direttore della fotografia Nicolas Bolduc, che ha lavorato con un sistema speciale di controllo del movimento chiamato Mo-Sys e programmabile per ripetere più volte lo stesso preciso movimento di camera, permettendo di girare la stessa scena in maniera identica. Il che ha reso possibile fare le stesse identiche riprese con Gyllenhaal prima nei panni di Adam e poi in quelli di Anthony. In molte delle sequenze, inoltre, per permettere all'attore di interagire con "qualcuno", lo stesso Bolduc si è prestato a figurare come Adam o Anthony a secondo delle esigenze per poi essere "cancellato" in post-produzione. In altre scene, invece, per mantenere lo sguardo di Gyllenhaal sempre nella stessa direzione, come se stesse guardando negli occhi il "rivale", si è usata un'asta con in sommita una palla da tennis. Lo scenografo Patrice Vermette si è occupato invece di far riflettere le diverse identità di Adam ed Anthony negli ambienti in cui si muovono.
Nonostante sia assente nel romanzo di Saramago, in Enemy si ripete il simbolo del ragno. Collegata secondo lo sceneggiatore Gullón alla maternità, la simbologia del ragno può essere interpretata in diversi modi in base ai significati connessi alla sessualità e al subconscio che ognuno riesce a cogliervi.

Note

Adattamento del romanzo _L'uomo duplicato_ di José Saramago.

Trailer

Commenti (25) vedi tutti

  • Si riesce a seguire la trma all'8o%. Ma il fotogramma finale distrugge tutte le certezze costruite durante tutto il film. Per me vale solo la sufficienza. voto 6

    commento di filmista
  • Non capivo nulla, mi annoiavo. Stoppato. Voto: 4 (quattro).

    commento di Roberto Morotti
  • D'accordissimo con le Recensioni degli Utenti "Gherrit" e "Isiraider67" che,seppure in modo conciso ma molto giusto in fatto di sensazioni dalla visione di questo Film,risultano in linea con il mio pensiero in quanto per tutto il tempo ci si aggroviglia nel capire qualcosa e alla fine diventa il tutto soporifero.voto.2.

    commento di chribio1
  • basta, basta, basta con questi criptici intellettualismi che mascherano l'assenza di buone idee. propongo di rinominare il titolo: non enemy, ma enema, in onore di quello che provoca nel povero spettatore che non vuole fingersi intelligente.

    commento di gherrit
  • Dei pregevoli Prisoners e Sicario,qui c'è solo,in forma più incomprensibile ed onirica,la tensione.Il resto,forse per "colpa" del libro da cui è tratto,è probabilmente più noioso che fantasioso . Giudizio critico: Corazzata Potemkin

    commento di Isiraider67
  • Non ho capito nulla.... tranne la donna ragno che da bionda era assai meglio. 4

    commento di Brady
  • Pur a fronte di regia, musiche e fotografia degne di nota, il film è noioso e pretenzioso perdendosi nei dilemmi delle nostre duplici identità.

    leggi la recensione completa di siro17
  • Film assurdo, recensioni deliranti, atmosfere artificialmente pompate di un thrilling inesistente. Sconsigliata la visione a chi non ha voglia di decifrare un film volutamente indecifrabile.

    commento di Cappa66
  • Ottimo regista, attore che adoro, film lentissimo: per me sarebbe la perfezione! Ma se devo leggere almeno 10 recensioni positive per capirci (forse) qualcosa, il gioco non vale più la candela. Peccato, occasione persa, fortunatamente non dura moltissimo e la delusione si fa meno cocente.

    commento di Psychomamma
  • Un thriller psicologico che sviscera il subconscio di un uomo che si scontra col suo Doppelgänger sulla gestione della sua vita e del ruolo della donna in essa. Un'enigmatica odissea carica di simbolismi e di cocenti verità recondite dell'essere umano. La fotografia vi lascerà a bocca aperta.

    commento di CineNihilist
  • Il doppio come proiezione di un'identità in frantumi. Un Io che reifica un alter ego all'apparenza identico a se stesso per fare i conti con il proprio subconscio. Ma la catarsi non arriva, è solo specchio di ulteriori mostruose inquetudini. Forse niente di tutto questo... solo il caos che regna nel suo ordine imperscrutabile. Voto: 7 indecifrabile

    commento di ProfessorAbronsius
  • Interessanti, intriganti, affascinanti, (non inquietanti) proiezioni del subconscio di desideri, fabbisogni ed ossessioni, più o meno secondo le regole illogiche di 'Strade Perdute' e'Mullholland Drive'. Proiezioni scevre, tuttavia, di qualsivoglia onirismo ed estetica visionaria. Film alido ed algido. Villeneuve ci sa fare, certo, ma non è Lynch.

    commento di DavideKingInk80
  • Ermetica fascinazione con viraggio seppia e ambientazioni anni '70, spaesante nel costringere ad inseguire campi e controcampi. Da leggere con la parte destra del cervello a portata di mano. Criptico e disturbante. Voto 7.

    commento di ezzo24
  • Non lo so,sono confuso (come il film),sul tema del doppio ricordo un Cronenberg,ma era tutta un'altra cosa,qua alla fine ci sono piu' cose negative che positive.Non mi ha preso,peccato.

    commento di ezio
  • Cinema dell'inquietudine e del disturbo. Per goderne in pieno bisogna cedere qualcosa... 8 DISTURBANTE

    leggi la recensione completa di luca826
  • La rete brutalista in cemento armato fatta di celle compartimentate in cui si muove l'eroe perso tra i vari s(1)é è un panopticon senza carcerieri né spettatori in cui la libertà si attorciglia su s(2)é stessa e non trova altra via di fuga che l'afferrarsi le filiere tra le fauci e iniziare da capo, lo specolo caliginoso del futuro tutto per s(3)é.

    leggi la recensione completa di mck
  • Strano ma bello. Voto 7.

    commento di MagicTragic
  • L’argomento principale, secondo le intenzioni del regista Denis Villeneuve, è innanzitutto l’esplorazione dell’identità e il rapporto con l’intimità, e per fare ciò (come diceva lui stesso) era necessario lavorare con pochissimi attori. Prova ne è l’aver composto il cast con solo quattro attori.

    leggi la recensione completa di michemar
  • Un film non perfetto che sfrutta il "non facile" ed efficace espediente di porre domande senza dare risposte nella maniera più semplice e per questo di minore impatto. Bravo il regista a non dilungarsi in una vicenda che poteva sfociare nell'inutile tedio, riuscendo così a mettere insieme un buon lavoro.

    commento di fra_paga
  • Capolavoro disagiante!

    commento di 099999999
  • Il caos è un ordine non ancora decifrato.

    leggi la recensione completa di champagne1
  • Film particolare, non mi vergogno a dire che il finale mi aveva lasciato con l'amaro in bocca ma una volta compreso il "trucco", non si può che applaudire al giocoliere. Grandissimo Gyllenhaal, coadiuvato da una sempre deliziosa Mélanie Laurent. Ritmo non sempre alto, atmosfere cupe ma il risultato complessivo è buono.

    leggi la recensione completa di alfatocoferolo
  • un film curioso con un inizio e un finale misterioso...la parte centrale ottima, recitato bene, bravo Gyllenhaal, livello di tensione da vero thriller , peccato del finale deludente.

    commento di nicelady55
  • Enigmatico thriller di Villeneuve

    leggi la recensione completa di lino99
  • Quella di Villeneuve è una forte presa di coscienza ed una sottile critica nei confronti di chi, lasciandosi dominare dagli eventi, dagli istinti e da una logica del parziale, vive nel costante, ma inconscio desiderio di ritrovare il centro e la propria unità.

    leggi la recensione completa di Odradekk
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