Regia di Federico Veiroj vedi scheda film
Coproduzione uruguayo-spagnola, La vida útil ha fatto il giro del mondo partecipando a diversi festival cinematografici e raccogliendo unanimi consensi. Da San Sebastián a Varsavia, da Istanbul a Cartagena, da La Habana a Buenos Aires, dalla Transilvania a Città del Messico è tutta una pioggia di riconoscimenti, più o meno importanti, ma ugualmente significativi non solo dell’importante contenuto del film, ma anche per la capacità del regista uruguayo Federico Veiroj di mettere in scena la magia della realtà e del cinema allo stesso tempo.
Seguendo la vita prosaica del protagonista, Jorge Jellinek premiato a Buenos Aires, gestore di una cineteca di Montevideo che resta senza lavoro dopo la chiusura della stessa, il regista adotta con intelligenza due registri narrativi che si rivelano vincenti nella definizione finale del contenuto rappresentato.
La prima parte del film, interamente girato in bianco e nero, ha un taglio naturalistico, quasi documentale, e segue il lavoro del protagonista e le sue discussioni cinefile alla radio. Una volta chiusa la cineteca, l’uomo si ritrova dopo venticinque anni di passione e di lavoro a dover gestire una quantità di tempo libero mai avuta prima. Cominceranno così i vagabondaggi flaneuristici in centri commerciali e per le vie della città. In questa seconda parte del film, il regista sceglie uno sguardo meno naturalistico e quasi più magico. La composizione della scena si fa più ricercata e sparisce il taglio documentale, quasi a dirci che la vera magia che cerchiamo nel cinema la troviamo concreta e palpitante nella realtà di tutti i giorni. Il contrasto che nasce dalla dicotomia tra forma e contenuto delle due distinte sezioni narrative, aiuta lo spettatore ad affascinarsi di un film e di una storia che altrimenti sarebbe risultata prolissa e manifesta di un puro onanismo autoriale.
Emblematico il finale del film. Il protagonista invita una sua amica ad andare al cinema. Proprio in quel cinema in cui la realtà, magica, della vita troverà ora una sua miglior rappresentazione dopo essere stata filtrata dall’esperienza sensibile.
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