Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
Sembra una storia già sentita, con personaggi già visti e situazioni che vi saranno passate davanti agli occhi decine di volte. E in effetti è così, devo ammetterlo. Nessuna novità, se non che è una storia vera che io non ho mai sentito, e quindi mi ha tenuto (quasi) alta l'attenzione per tutto il film, fino al finale. Ok, un punto a suo favore. Poi c'è la musica heavy metal, con gli Slayer, e qui per forza di cose un altro punto a favore di Egoyan e soci. La recitazione: non l'ho trovata così brutta, alla Whiterspoon riesce bene il ruolo prima di bigotta moralista dell'America del sud che a mano mano vede crollare le sue certezze e i suoi pregiudizi, e al buon Firth la parte di colui che non può accettare che l'America, che ha già perso tre bambini, giustizi altri tre suoi figli con la pena di morte. E' una corsa strisciante, quasi noiosa, tra i demoni di un razzismo e di un puritanesimo che tutti sanno e che tutti nascondono, e quella di una felpa nera, di un tatuaggio e di capelli lunghi che si muovono al ritmo di un Lp dei Metallica. Un confronto tra il vecchio e il nuovo. Tra l'America che non capisce e quella che è già oltre. Una battaglia anche musicale: mentre il bambino adora cantare Elvis e la sua That's allright mama, i figli della desolazione e dell'infanzia perduta cantanto Angel of death degli Slayer. In mezzo, disperazione, polizia, armi, alcol...insomma, un'America da clichè. Forse Egoyan ha voluto proprio dipingere questo? Non lo so, però tra un metallaro con la maglietta degli Anthrax e un tizio in giacca e cravatta in banca, avrei comunque sempre più paura del secondo.
God bless America
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