Regia di Ulrich Seidl vedi scheda film
ecco la terza e ultima riflessione cinematografica sulla società austriaca/occidentale del grandissimo cineasta di Vienna. Dopo l' "amore" e la "speranza", Seidl scandalizza il Festival Di Venezia 2012, con il capitolo dedicato alla "fede", incarnata dalla devotissima Anna Maria, (ancora una volta una straordinaria Maria Hofstatter, in un ruolo difficilissimo), militante di un fantomatico esercito di Cristo. Film che ha avuto una (stupida) eco solo per la scena, girata magnificamente, dell'autoerotismo di Anna con un crocifisso, che è maledettamente funzionale al resto del film e assolutamente non gratuita. La sua fede totale e assoluta, al limite della malattia mentale, si scontra, poi, con il ritorno a casa del marito, islamico e paraplegico. "Se sei paraplegico è un dono di Dio". Un film difficile, disturbante, che, come negli altri splendidi capitoli, agisce chirurgicamente, freddamente, sulle coscienze, fa da specchio al delirio umano che ci circonda e che probabilmente ci travolgerà. Seidl non sposa nessuna tesi, espone soltanto, con una geometrica regia, dove nulla pare fuori posto. Lui fa cinema come Carver scriveva racconti. Trilogia capolavoro, mai distribuita in Italia, paese cinematograficamente arretrato.
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