Regia di Joe Dante vedi scheda film
“No Bob, è completamente falso…non ce nulla di vero credimi!”
“Signore!”
“Sono al telefono!”
“I Piranha…”
“Non nominarli nemmeno!”
“Ma i piranha…”
“ I piranha che?”
“Stanno divorando i nostri ospiti…”
L’esordio cinematografico di Joe Dante si può considerare quasi come un manifesto programmatico, un piccolo ma significativo tassello di un puzzle che già esplicitava tutta l’inventiva e la carica polemica esplose poi con prepotenza nelle opere successive, il tutto a dominare una carriera vissuta tra alti e bassi da vero outsider non sempre ben voluto dalle major (soprattutto dopo il fallimento di Explores).
Piraña esce nel 1978 e cavalca l’onda fortunata generata dal successo de Lo Squalo di Spielberg uscito tre anni prima, Dante non fu l’unico a seguire questo sotto-genere ibrido (animali assassini e disaster-movie) ma di certo fu uno dei pochi che riuscì a centrare l’impresa, raggiungendo un insperato e per certi versi clamoroso successo commerciale.
Il film nasceva dichiaratamente come b-movie a bassissimo badget, ma sfruttava l’inventiva di Dante e soprattutto l’esperienza in produzione di un vero maestro come Roger Corman, pochi soldi, un plot ridotto all’osso che scopiazzava alla grande il film di Spielberg, un cast di sconosciuti attori e di vecchie glorie dimenticate ma anche molta ironia e uno spirito polemico che a conti fatti rappresenta il vero surplus del film, l’aspetto che più di ogni altro lo caratterizza in modo determinante.
La storia è ovviamente scontata, in una vecchia base militare in disuso si allevano piranha modificati geneticamente, per una serie di circostanze sfortunate (diciamo cosi) la vasca viene svuotata e i pesci si riversano nel fiume compiendo la naturale mattanza fra pescatori, bambini in vacanza e residence estivi, i due protagonisti (Bradford Dillman e la sconosciuta Heather Menzies) cercheranno in una serrata lotta contro il tempo di fermare i famelici pesci, ostacolati pero dalle ottuse autorità militari e da loschi venditori di resort.
Gli effetti speciali che oggi appaiono ovviamente datati non pregiudicano il divertimento, il film nonostante la pochezza della trama mantiene un buon ritmo e lo spirito critico di Dante fa il resto, feroce il suo attacco al potere costituito, che siano militari che tentato di nascondere i loro sporchi esperimenti (nati durante la guerra in Vietnam) o viscidi venditori disposti a tutto, è una una critica di grana grossa quella del regista ma condita con la giusta ironia e con un paio di battute che lasciano il segno.
Piraña resta a tutt’oggi uno dei migliori esempi di b-movie nel genere horror, mantiene vivo un fascino “vintage” che appassiona ancora molti fan del genere e pur con i suoi evidenti limiti strutturali (plot, cast, effetti visivi) continua a farsi vedere e rivedere con gran piacere, un piccolo gioiello che il tempo sembra non poter scalfire.
Da segnalare le musiche di Pino Donaggio e la presenza in scena di due mostri sacri del passato come la splendida e mefistofelica Barbara Steele, icona dell’horror e musa ispiratrice di tanti grandi tra cui Bava, Freda, Fulci e lo stesso Corman, e Kevin McCarty protagonista del classico L’invasione degli ultracorpi di Siegel.
Nel 1981 James Cameron, anche lui all'esordio, girerà un sequel dal titolo Piraña Paura.
Voto: 7
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