Regia di RZA vedi scheda film
Si dice che l’opera prima sia la più personale, allora il rapper Robert Diggs - RZA per gli amici - ci invita al parco giochi privato dove ha preparato per noi la giostra dei suoi sogni, un gioco incorniciato da un testacoda di titoli pulp che ci fanno capire subito da che parti siamo. Ovvero, tanta roba ma poco originale. Dalla baraonda a confezione wuxia allestita nella Cina feudale si staglia Leone d’argento, uccisore del capoclan Leone d’oro (!). Con lui c’è il forzuto Brass Body. Contro di lui l’erede Zen Yi e Jack Knife, cowboy mercenario dal coltello facile. Nel mezzo, gli oggetti del contendere: lingotti imperiali e le concubine del Pink Blossom, guidate da una letale ape regina. Ci sarà sangue per tutti nella giostra del regista, impegnato come narratore onniscente nei panni di un fabbro dai pugni di ferro che onniscente non dovrebbe essere. Ma della verosimiglianza, poi, chissenefrega? RZA ha di sicuro altro a cui pensare, nel mettere insieme il wuxiapian con il western, la blaxploitation con la sexploitation, lo yakuza movie con il picchiaduro. E poi il wrestling con il kung-fu e i mutanti con i ninja, il rap con le meditazioni orientali, le lame coi proiettili, con la benedizione di Tarantino dal cui Kill Bill piovono O-Ren Ishii/Lucy Liu, Pai Mei/Gordon Liu e quel Pink Blossom che ricorda tanto la Casa delle Foglie Blu, senza contare Pam Grier ed Eli Roth come supervisor di sceneggiatura e produzione. Troppo (ri)pulito per un grindhouse e troppo pasticcione per definirsi autoriale, il gioco di RZA si inceppa presto e le sue esuberanze diventano mero, divertente accumulo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta