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Piramide di paura

Regia di Barry Levinson vedi scheda film

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Immorale

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La recensione su Piramide di paura

di Immorale
6 stelle

Questo film per ragazzi sulla avventure del giovane Sherlock Holmes e del suo (non ancora) fido Watson, soffre di un problema di impostazione: la sua stesura e la sua resa sono smaccatamente paratelevisivi, incapaci di creare una vera tensione narrativa sufficiente a consentire una piena immedesimazione nei personaggi rappresentati e abbarbicata nella sua mediocre serialità. Tale difetto è perfettamente esemplificato dalla stucchevole scelta di far raccontare a Watson, in lunghi e pedanti monologhi, le sue sensazioni e le sue spiegazioni sulle azioni in corso, togliendo ulteriormente pathos alla vicenda narrata. La scelta degli interpreti, poi, lascia parecchio a desiderare: Nicolas Rowe ha perennemente un’espressione quasi ebete e non sveglia come ci si aspetterebbe dal Re dei detective (seppur ancora “in nuce”), Alan Cox (John Watson) è simpatico, anche se sembra un personaggio di “Simpatiche Canaglie” e Sophie Ward è poco credibile nei panni della fanciulla innamorata Elzabeth. Tolti questi difetti, se si guarda la pellicola non dico con occhi da fanciullino pascoliniano ma da ragazzotto dickensiano, lo spettacolo scorre abbastanza fluidamente, concedendo anche momenti di reale divertimento. Per me, oramai adulto, gli aspetti più godibili della storia sono la rappresentazione delle morti “allucinate”, con effetti speciali oggi datati ma all’poca notevoli, e qualche simpatico caratterista di contorno (Patrick Newell, Roger Ashton-Griffiths). Il resto può tranquillamente finire nel dimenticatoio dei film anni ottanta invecchiati male.

Sulla trama

Egizia.

Su Barry Levinson

Anni 80.

Su Nicholas Rowe

Imbambolato

Su Alan Cox

Pacioccone.

Su Sophie Ward

Fredda.

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Ultimi commenti

  1. Stuntman Miglio
    di Stuntman Miglio

    Lo stesso anno usciva anche "I goonies", due film che ricorderò sempre con affetto. Del resto, per chi nasceva negli anni '80, questi erano i nostri Harry Potter ...

    1. claudio1959
      di claudio1959

      Visto anche io al cinema immensi !!!!

  2. Immorale
    di Immorale

    Già, anche se i "Goniees" è sempre godibile anche adesso mentre "Piramide di Paura" mi ha trasmesso un senso di stanchezza. Un film del genere che non mi stancherà mai dello stesso periodo è "Indiana Jones e il Tempio Maledetto", checchè ne dicano i suoi detrattori ! Ciao.

    1. claudio1959
      di claudio1959

      Anche x me Il tempio maledetto e il più bello di tutti, la pensiamo uguale

    2. Immorale
      di Immorale

      Siamo d'accordo: il capitolo più scanzonato e divertente. Quasi una summa dello Spielberg-pensiero.

  3. Immorale
    di Immorale

    Per carità cara Padme, nessuno ti prenderà per pazza, ognuno ha le sue opinioni, tutte condivisibili e apprezzate; Io invece torno bambino con l'azione sfrenata e la spensieratezza dello zio Indy (per quanto inverosimili siano le storie raccontate). Un saluto.

  4. popcorn
    di popcorn

    Anch'io sono per il rispetto di tutte le opinioni, per cui aggiungo la mia a partire dalle provocazioni lanciate.
    Watson è il narratore momologante prescelto dallo stesso Conan Doyle. Questione di rispetto.
    Sherlock Holmes ha sempre avuto un rapporto difficile con le donne. Qui è ancora ragazzo ed Elisabeth ci può stare, anche se non è il massimo degli amori possibili.
    Il film è straordinario (alla prima visione). Rivedendolo però consiglio di andare per singole scene, così se ne apprezza meglio la costruzione (che ha una sua stringente logica e che riprende tutta l'iconografia holmesiana: berretto, pipa, etc, etc.).
    E' un film per ragazzi, credo, per cui, secondo me lo scopo è (se glielo si propone) invitarli alla lettura di Sherlock Holmes tutto sommato (altrimenti finiscono per vederne solo film o sceneggiati... e sarebbe un peccato, o no?).

    1. Immorale
      di Immorale

      Si può tranquillamente avallare la tua opinione: le singole scene colpiscono (oggi come all’epoca dell’uscita) ma l’insieme mi ha dato una forte sensazione di disomogeneità. La correttezza filologica dello script è senz’altro encomiabile e l’ambientazione stuzzicante ma credo si sia ecceduto in didascalismo “holmesiano”. Comunque mi auguro che il film sia servito come spunto per invitare alla lettura dei romanzi e racconti di Conan Doyle, come fece con me.

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