Trama
Will è un attore di talento di New York, costretto però a interpretare in un programma televisivo per bambini il personaggio di uno sventurato coniglio verde. Frustrato per una carriera che non decolla, sente di aver fallito ogni cosa nella vita dopo che anche la moglie, la figlia e tutti i suoi amici dimenticano il suo quarantesimo compleanno. Poiché a causa di un incidente stradale tutti si convincono che Will sia morto, lui ne approfitta per soddisfare una sua personale fantasia e partecipare al proprio funerale per capire cosa gli altri pensano realmente sul suo conto. Aiutato dal miglior amico Rad, il proprietario di un ristorante indiano, Will diventa Vijay Singh, un irriconoscibile e signorile sikh che, con barba e turbante, si presenta alle esequie. In quell'occasione e nei giorni a seguire, come Vijay avrà modo di scoprire verità imbarazzanti sul suo conto e diventare l'oggetto di una romantica cotta di sua moglie.
Approfondimento
VIJAY - IL MIO AMICO INDIANO: ASSISTERE AL PROPRIO FUNERALE
Il protagonista di Vijay - Il mio amico indiano, commedia dalle sfumature drammatiche diretta da Sam Garbarski (regista dell'acclamato Irina Palm. Il talento di una donna inglese), è Will Wilder (il cui nome è un chiaro il riferimento al genio comico del regista Billy Wilder), un nevrotico e paranoico attore - di origini tedesche ma trapiantato a New York - che si finge morto per andare al suo funerale. Avendo trascorso gli ultimi 20 anni della sua vita nella frustrazione, Will è convinto che tutti abbiano dimenticato il suo quarantesimo compleanno e sente l'esigenza di scoprire cosa gli altri pensano realmente di lui. In realtà, Will sa bene quale idea di lui abbiano gli altri ma ha bisogno di sentire qualcosa di diverso per illudersi di essere una persona diversa. Ignora però che, come recita la saggezza latina, de mortuis nihil nisi bonum e che di conseguenza tutti mentono ai funerali per elogiare il morto.
Vijay - Il mio amico indiano è anche la storia di come una coppia, il cui matrimonio da molti anni è così stagnante da far dormire i coniugi in letti separati, trova una seconda possibilità di giovinezza dopo l'assurda decisione di Will di fingersi morto e assumere la fittizia identità dell'indiano Vijay. Così quando Julia riscopre con Vijay la voglia di amare, Will ha un'occasione unica e rara per ritrovare la moglie.
UN OMAGGIO AGLI ARTISTI TEDESCHI EMIGRATI
A scrivere la sceneggiatura di Vijay - Il mio amico indiano è lo stesso Garbarski con l'aiuto di Philippe Blasband e Matthew Robbins. Gli esterni sono stati girati a New York, metropoli in cui la vicenda è ambientata, mentre le riprese in interni sono state effettuate in Lussemburgo e Germania. Per chiara ammissione degli sceneggiatori, il personaggio di Will, attore di origini tedesche ma trapiantato a New York, è un omaggio sia a tutti quegli artisti tedeschi che hanno lasciato la Germania per l'America tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, sia all'attore Moritz Bleibtreu, colui che lo interpreta e che da ventenne si trasferì a New York per studiare recitazione.
DIVENTARE UN SIKH
Per entrare nei panni di Vijay e diventare a tutti gli effetti un sikh, Moritz Bleibtreu durante le riprese di Vijay - Il mio amico indiano si è dovuto sottoporre quotidianamente a diverse ore di trucco e parrucco, affidandosi alle mani esperte di Claudine Moureaud e Renee Jordan. La trasformazione completa nel sikh Vijay con tanto di pelle scura, barba e turbante, permette inoltre al personaggio di Will di entrare in contatto con la filosofia del sikhismo e abbracciarne i credo: tolleranza della diversità, ottimismo e salvezza terrestre raggiungibile da tutti. Accanto a Bleibtreu, Vijay - Il mio amico indiano vede nella parte di co-protagonisti l'attrice Patricia Arquette (è Julia, la moglie di Will) e Danny Pudi (è Rad, il proprietario di un ristorante indiano che aiuta Will a trasformarsi in Vijay). Mentre il ruolo di Lily, la figlia di Will, è affidato alla cinematograficamente quasi esordiente Catherine Missal, a interpretare i genitori di Will sono due veterani del cinema - tedesco e non - Hanna Schygulla e Michael Gwisdeck.
Note
La commedia di Sam Garbarski, autore di "Irina Palm"diverte solo a tratti, non perché manchino i presupposti per un meccanismo fluido e coinvolgente, quanto per la poca originalità del presupposto. Abituati a Pirandello, la parabola del Nostro sorprende fino a un certo punto. Ma è notevole la prova degli attori, specie i due protagonisti. Moritz Bleibtreu, già ammirato in "Soul Kitchen", che, pur non essendo Peter Sellers (il rimando è ovviamente al grande Bakshi di "Hollywood Party"), gestisce bene il doppio ruolo.
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