Regia di Enrico Lando vedi scheda film
Solite gag all’insegna della trivialità, con i personaggi già visti nel primo film (e sorbiti in TV) e poche altre novità. Sgangherati siparietti di quart’ordine spacciati per una vera trama. Gli sketch comici sono visti e rivisti, la parola “vaffanculo” (e sue varianti) viene ripetuta oltre cento volte e “cazzo” quasi duecento, la punta di genialità massima secondo gli autori, per far capire il livello dell’operazione, è quella di chiamare una delle protagoniste Perla Madonna (calembour d’alta classe).
Valsecchi, Biggio, Mandelli e il regista Enrico Lando anziché provare a fare il loro film, rimanere nella loro cerchia, crogiolarsi nel loro inconcepibile eppure indubitabile successo di pubblico (quasi 9 milioni di euro d’incasso ai botteghini), inzozzano la memoria del cinema e ne appestano la quotidianità, attraverso citazioni e omaggi a Tarantino, Monicelli (si veda la locandina), Disney, Karate Kid, Matrix, e quant’altro.
La tracotanza dell’operazione la porta perfino a prendersi gioco del cinema stesso, quando nel finale del film Mandelli e Biggio prendono per i fondelli se stessi, affermando che “quei due ammazzeranno il cinema”. È certamente la frase più intelligente del film, specie alla luce di quella urticante dicitura che inaugura i titoli di coda, in cui si scopre che per finanziare questa ciofeca si sono smossi anche fondi pubblici. Roba di scappare dal cinema (e anche dall’Italia). Per sempre.
Solidarietà per Gianmarco Tognazzi e Teo Teocoli, che devono passarsela veramente male.
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