Regia di Joshua Michael Stern vedi scheda film
L’ascesa, il declino e il nuovo ritorno in auge del guru della Apple Steve Jobs. Biografia molto intensa e partecipata, ma allo stesso tempo monocorde e decisamente incompleta. Ad essere discutibile non è il taglio della narrazione, che per la verità ha il pregio di non scadere nell’apologia del personaggio (ma è anche carente nello spiegare le motivazioni di un carattere così schivo). Ciò che si contesta invece è la parzialità delle informazioni (per un film del 2013, con il suo protagonista morto nel 2011 non è concepibile fermare la narrazione a 20 anni dalla sua morte); il film infatti non affronta argomentazioni potenzialmente interessanti, come i rapporti familiari, ma soprattutto non esperisce un tema fondamentale come la malattia ed il lento declino conseguente. Il finale piomba inesorabile come una mannaia che tronca la storia certamente non sul più bello, ma quando comunque c’era ancora un bel po’ da raccontare. Da sottolineare anche l’aria pesante che tira durante tutto il film: di solito le storie fatte soprattutto di sofferenze e momenti drammatici vengono aiutati da una dose di ironia o da inframezzi leggeri, che in questa sceneggiatura sono quasi del tutto assenti. Molto al di sotto delle aspettative: col potenziale a disposizione, in primis un Ashton Kutcher molto calato nella parte, si poteva fare indiscutibilmente di più.
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