Regia di Joshua Michael Stern vedi scheda film
Jobs è una ricostruzione appassionata - qua e là fin troppo, rischiando di scadere nell'agiografico - della parte più interessante della vita di Steve Jobs, genietto dell'elettronica che nei Settanta creò la Apple Computer e, da un garage in California insieme ad alcuni amici riuscì a conquistare l'intero pianeta. Come ci riuscì è noto (e in questo il film può risultare in gran parte perfino superfluo): una megalomania insaziabile si celava alla perfezione dietro una facciata di modestia; il tutto era poi rispecchiato nelle sue creazioni, non solo ambiziose ma anche ottimamente presentate, sia sul piano estetico che dal punto di vista del marketing. E' un Jobs decisamente più simpatico dello Zuckerberg ritratto da David Fincher nel suo The social network del 2010, è un Jobs che incarna al cento per cento - volutamente, certo, nelle intenzioni della sceneggiatura firmata dall'esordiente Matt Whiteley - il cosiddetto sogno americano, materia fortemente appetibile nel 2013 in cui la pellicola esce. Joshua Michael Stern è qui alla terza regia e si impegna anche in produzione; ha inoltre a disposizione un buon protagonista (Ashton Kutcher) e fra gli altri, in ruoli laterali, anche Matthew Modine e James Woods. L'impressione al termine della visione di Jobs è che la narrazione si fermi troppo presto, nonostante le oltre due ore di durata; ma probabilmente gli ultimi anni della vita di Steve Jobs non hanno portato ulteriori sensazionali novità, se non quelle - trascurabili nel contesto - della malattia che lo ha stroncato. 6/10.
Vent'anni di Steve Jobs, dalla fondazione - in un garage - della Apple Computer ai trionfi su scala mondiale, superando perfino il colosso IBM.
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