Trama
Vent'anni dell'incredibile storia di Steve Jobs (Ashton Kutcher), l'uomo che sognava di cambiare il mondo e che ci riuscì. Nel 1971, ancora giovane Jobs comincia a formare la forte personalità che lo porterà ai trionfi degli ultimi anni della sua vita. Combattendo contro i propri demoni personali e gli ostacoli incontrati sul cammino, Jobs va avanti con grinta, passione, persistenza e forza di volontà, senza mai accettare compromessi.
Approfondimento
jOBS: VENT'ANNI DELLA VITA DI STEVE JOBS
Più che essere un film su Steve Jobs, jOBS è il racconto di una parte della vita di Jobs pressoché sconosciuta ai più, quella che va dai vent'anni ai quaranta passati fino al momento in cui Jobs realizza il primo iMac. Gli anni raccontati vedono Jobs non come l'iconica figura che sarebbe diventata sul finire del Novecento ma come un uomo alle prese con qualcosa di sorprendente e stimolante da realizzare: sotto quest'ottica, jOBS può essere considerato una storia di lotta e ambizione di qualcuno che, contro ogni previsione, provenendo dalla classe media realizza e mette a punto qualcosa che non era mai esistito prima. Diretto da Joshua Michael Stern (Swing Vote), jOBS è scritto da Mark Whiteley che per rimanere attinente alla verità ha tratto spunto dalle registrazioni delle interviste rilasciate da Jobs stesso o da tutti coloro che gli sono stati vicino, nella vita privata o al lavoro alla Apple. La sceneggiatura di jOBS, strutturata in tre grandi parti come un dramma shakespeariano, era già a buon punto quando nell'ottobre del 2011 Steve Jobs muore per le conseguenze del cancro che lo aveva colpito.
Protagonista di jOBS nei panni del futuro fondatore della Apple proiettato sempre verso il futuro è Ashton Kutcher, che porta sulle sue spalle il peso di oltre il 40% dei dialoghi del film. Appassionato di tecnologia e con una certa somiglianza con il giovane Steve Jobs, Ashton Kutcher ha accettato il ruolo dopo aver letto in un solo giorno la sceneggiatura di Whiteley. Il ruolo di Daniel Kottke, l'amico con cui Jobs va in India da giovane, è invece affidato a Lukas Haas mentre Dermot Mulroney interpreta la parte di Mike Markkula, il primo ad investire sulla Apple e sulle comodità che garantiranno i dispositivi messi a punto da Jobs.
LE OMBRE DELL'UOMO STEVE JOBS
Pur concentrandosi sulla grandezza delle intuizioni di Jobs, jOBS ne esplora anche i lati più oscuri del carattere. Per via delle sue aspirazioni e delle complicazioni del suo lavoro, Jobs ha avuto dei sofferti rapporti personali, perdendo spesso lungo la strada cari amici e mandando relazioni in rovina. A pagarne maggiormente le conseguenze è stata forse la prima figlia nata da una ragazza che aveva già lasciato: abbandonata per anni, Jobs non la riconobbe neanche quando i tribunali ne dimostrarono la paternità certa. La sceneggiatura di Whiteley non poteva quindi esimersi dal mettere in scena le difficoltà che Jobs aveva nel relazionarsi con le persone: uomo molto pragmatico per cui il mondo era o bianco o nero e figlio di genitori adottivi, per Jobs gli altri esseri umani erano di colore grigio, non riuscendo a vederne a pieno le sfumature. Le uniche persone di cui il giovane Jobs si fidava e a cui non avrebbe mai perdonato un tradimento erano quelle con cui condivideva i processi creativi: il genio dell'ingegneria Steve Wozniak (interpretato da Josh Gad), l'investitore Mike Markkula e l'esperto di marketing John Sculley (Matthew Modine).
NEL GARAGE DI CUPERTINO
La maggior parte delle riprese di jOBS si sono tenute nella San Fernando Valley, a nord delle colline di Hollywood, in una zona periferica che ricorda da vicino Cupertino, la città della Silicon Valley che ha visto nascere la Apple. Il produttore Mark Hulme ha però insistito affinché le scene iniziali del film fossero girate nel vero garage della casa di Paul e Clara, genitori adottivi di Steve Jobs interpretati sullo schermo da John Getz e Lesley Ann Warren.
Note
"Jobs" è un film declamato che sostituisce all’ipnosi della velocità ("The Social Network" di Fincher su quell’altro portento di Zuckerberg, una mitragliata allucinogena di parole: tutte andate a segno) la solennità del discorso. La storia del genio è infatti un "one man show" affidato al passionale mimetismo di Ashton Kutcher su partitura diligente dello sceneggiatore esordiente Matt Whiteley. Il regista ama il suo personaggio, vivo negli occhietti iperattivi di Kutcher che riflettono con partecipazione un sole indiano come una sequenza di lettere e cifre, ma lo inserisce in un manifesto-compendio che mira ai fan della mela senza offrirci nuovi morsi.
Trailer
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Commenti (8) vedi tutti
Niente sconti al magnate dell'informatica, ma parecchi alla sua creatura. Interessante biografia ben recitata e diretta senza particolare enfasi, ma in modo piacevole, con qualche sbavatura specie nel finale che spiega e dice poco. Del resto, si sa, si può parlare dei "morti" (Apple II, primo MAC, etc.), ma non dei vivi (Iphone & co.).
leggi la recensione completa di Souther78Il nocciolo della questione, il senso profondo delle innovazioni di Jobs, sfugge. La storia si comprende bene solo se lo spettatore la conosce già. 5
commento di putrellaOk, con tutti i limiti rimane piuttosto gradevole.
leggi la recensione completa di tobanisMa chi se ne frega di Jobs. Mica tutti hanno 1000 € da spendere per un cazzo di telefonino. Fanculo.
commento di sticazziUn Buon film!
leggi la recensione completa di ssiboniLa prima versione "lunga" del biopic sull'uomo che ha portato il pc e il cellulare nelle case di tutto il mondo, tra alti e bassi, megalomania e manie di onnipotenza, strazi familiari e una personalità vulcanica necessaria ed inevitabile. Bravo Kutcher, aderente e copia fisica del vero Jobs, in una versione meno autoriale ma più schietta.
leggi la recensione completa di alan smitheeDidascalico e impietoso ritratto di un genio (forse). Eccessivamente piatto, senza guizzi ne approfondimenti, si lascia guardare dai fan come dai detrattori del personaggio Steve Jobs (gli altri si possono astenere).
commento di Tex MurphyMeravigliosa storia non ben raccontata, da vedere solo per rendersi conto del fenomeno jobs
commento di griselda