Regia di Marco Risi vedi scheda film
Trovano in periferia un morto che pare “suicidato” come Sergio Castellari ai tempi di Tangentopoli, ma Torre della Mobile (Amendola) ha addosso un’indolenza strana. Pensa ad altro il suo ex collega Corso (Argentero), riciclatosi detective privato ora al servizio di Eva Herzigova per un lavoro di routine. Segue il di lei scostante figlio per proteggerlo dagli eccessi, ma il ragazzo muore in un incidente stradale. Incidente? Nell’ombra Pippo Delbono, principe della Roma intrallazzata. Un noir. Italiano. Evviva. Serve poco sforzarsi pregiudizialmente di cercare originalità e scatti in avanti, è evidente come Marco Risi si abbandoni al puro piacere del racconto criminale usando discretamente gli stereotipi del genere (a partire dalla figura hard boiled del detective, visto come fumo negli occhi dalla polizia e mazzolato dalla mala) in un contesto che conosce bene: Roma. Quella di corso Francia e dell’Eur, con in controluce scandali e loschi maneggi riconducibili alla cronaca vera e nera ma senza la pretesa di denunciare chissà che. Semmai è in una certa irresolutezza dei personaggi che sta il difetto di Cha cha cha (il fascino ambiguo di Torre resta in superficie, ma Amendola è perfetto), mentre è notevole Argentero, che nudo nella lunga sequenza del pestaggio, chiaro riferimento alla scena della sauna di La promessa dell’assassino di Cronenberg, le prende e le dà con la brutalità che si addice a un film del genere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta