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Cha cha cha

Regia di Marco Risi vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cha cha cha

di GIMON 82
8 stelle

"Cha,Cha,Cha" un evocazione ballerina,di quelle da tormentone estivo d'un tempo.Oggi diventa titolo da film,potremmo pensare ad una commediola balneare,ma è proprio qui l'inganno,"Cha cha cha" stride (o quasi) come titolo d'una vicenda plumbea e noir.
E' la Roma dei palazzoni di vetro e cementificati,la "madre" di tutta la storia.
Una periferia buia e lestofante di sinistri pusher e fotografi da strapazzo.O detective in gamba,privati dallo "stato" del diritto al lavoro,chissa' per quale losca o infame storia.
La regia di Marco Risi non lo spiega,ma offre un Luca Argentero fuori dai clichè banali di romanticherie e commedie adolescenziali.Ora è riciclato ottimamente nei panni di Corso,detective al soldo di un ex attrice interpretata dalla statuaria Eva Herzigova.Sposata ad un notabile potente, la donna spia attraverso Corso l'irrequieto figlio adolescente,per scoprire quale vita conduca.
Poi avviene un "incidente" fortuito o meno,dove lembi di pieghe storte e malaffare vengono alla ribalta.
L'incipit di enorme spessore mostra  inizialmente un cadavere,sbranato dai cani e abbandonato al degrado periferico.
Il decorso della storia sara' cosi':puro,nudo e crudo,pregno di violenza "Maschia",discendente di quel cinema artigiano degli anni 70.Marco Risi da esperto mestierante piega al suo volere la Roma notturna.
Di certo non papalina, solo a tratti lustrini e pailettes in stile Sorrentino.E' una capitale torva,bruna e altamente periferica,dissimulata in poliziotti marci e stronzi come un Claudio Amendola anch'egli rinsavito dalla "cura Risi". 
Uscito a "bagnomaria" dal tubo catodico di famigliole esemplari,l'ex bullo borgataro ci prende gusto,rifilandoci una  faccia da sbirro "stramazzato",alle prese col marcio imperante.Un marcio dove
La morte regna suprema e violenta,per un "incidente" falso,dove muore un ragazzino e poi un altro,per coprire lembi di marciume da affarismo politico.
Pur sfiorando il sociale Risi se ne tiene alla larga,non propaga o sbandiera retoriche,parla a noi per intrattenimento puro e benevolmente scontato.Lontano dagli echi di denuncia del precedente "Fortapasc",la regia prende il sopravvento d'uno stilismo brutale e compiaciuto.
Passaggi e frangenti di violenza "alla russa",in stile Cronenberg,inseguimenti in metropolitana,in "Cha cha cha" oltre che il ballo del "crimine" vi è un coinvolgimento d'adrenalina mai prevedibile.Nei 90 minuti assistiamo a vicende copiosamente italiche,del politicismo e affarismo rampante,che invade e travolge economie,travalicando anche il diritto alla vita.
Tutto è parte d'un piano precostituito,dove danzano come marionette polizia corrotta,"Stato" e servizi segreti.
Produrre crimini "falsi" serve a mantenere gli equilibri spiega lo sbirro canaglia Amendola.Ci si sbarazzera' d'un "villain" notevole e ottimo come Pippo Del Bono,ma la puzza di marcio restera'.Cosi' resta negli occhi il gradito ritorno di Risi,quattro anni dopo "Fortapasc",con una storia meno didascalica e piu' pragmatica."Cha cha cha" è un ritorno alle origini d' un filone cinematografico che ha saputo dire la sua nei "piombosi" anni 70.Non ci sono piu' i Di Leo,Lenzi o Martino,ma Risi svolge egregiamente il compito,destituendoci dagli altarini straripetuti delle commediole banali.Trovando posto insieme a Michele Placido come autore di cinema "bis",molto dolente nelle immagini,toste e crude di botte e verita'."Cha cha cha" non è un film da annali,ma svolge il suo compito intrattenittivo,con superbia "maschia" e con una buia e livida citta',dove nulla è pulito,anzi No......il "Cha cha cha" finale mostra un altro volto italico:piu' piacione e baldanzoso,dove tutti si divertono.
Fuori pero' vi è la Roma periferica e notturna,malndrina,affarista e criminale che tutti "sanno" ma nessuno "vede".......VOTO 7.

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