Regia di Anne Fontaine vedi scheda film
Un merito immediatamente attribuibile a questo film, seppur scorrettamente sessuato, è quello di vedere finalmente due belle (e ancor più brave) attrici non più nel fiore degli anni affrontare coraggiosamente la macchina da presa e i suoi primi piani senza remore e problemi, incuranti e anzi disinvolte tra le loro rughette e la loro pelle dalla elasticità forse ormai compromessa. Conoscendo un po’ Doris Lessing (la scrittrice dalla cui opera il film è tratto e che purtroppo non ho letto), credo che lo avrebbe apprezzato, e probabilmente Anne Fontaine (la regista) ha intuito e indovinato questo teorico apprezzamento, pur non riuscendo in pieno ad ottenere un gran risultato finale. E dal canto loro, Naomi Watts e Robin Wright danno veramente una gran prova di sè, qui anche come donne oltre che come attrici, catalizzando tutta l’attenzione (i loro partner maschili, d’altra parte, approssimativi ed anonimi, lasciano decisamente loro molto, molto campo libero…) e salvando le sorti di un film altrimenti poco più che sufficiente, dove i grandiosi panorami (buona la fotografia) e una regia delicata ed attenta non riescono da sole a compensare la sgradevole sensazione (già ben illustrata da Alan Smithee nella sua bella recensione) di trovarsi davanti ad un concentrato di soap-opera, cosa che, pur non potendolo affermare con certezza, certamente non può essere frutto dell’opera e delle intenzioni di Doris Lessing. Un bel finale, non troppo aperto e non troppo chiuso, in questa zattera perduta (ma salda) nell’immensità oceanica, non lascerà capire se i quattro protagonisti avranno vinto o perso la loro battaglia, se saranno liberi nel mare sconfinato o prigionieri di una minuscola zattera, se saranno felici e appagati per sempre, oppure destinati ad un futuro triste e denso di rimpianti.
Film tutto sommato da vedere, se non altro perché non si vedrà mai nelle sale, dato l’alto tasso di immoralità (sic!), sostenuto da un paio di scene di sesso non troppo ardite, ma senz’altro esplicite, che sicuramente faranno dell’Italia terra bruciata per la sua distribuzione.
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