Regia di Fredrik Bond vedi scheda film
Altra gradita sorpresa in competizione quella di Fredrick Bond, che per quello che sono riuscito a carpire da internet ci ha presentato il suo debutto al lungometraggio. E da oggi mi troverete qui in attesa dell’opera seconda. Perché “The necessary death of Charlie Countryman” è davvero una storia fantastica e in cui vorremmo ritrovarci nonostante tutte le disavventure in cui il povero Charlie LeBeouf incappa puntualmente. Il titolo parla chiaro e rinforzato da un prologo in stile “Gandhi” influenzerà inevitabilmente la visione della pellicola. Cercherete di evitare in tutti i modi di affezionarvi al povero protagonista, ma probabilmente fallirete come me. Sempre il titolo suggerisce bene anche il tono della pellicola, sospeso tra magia e violenta realtà, e il vocione fuori campo di John Hurt (in lingua originale) non potrà fare a meno di farci saltare alla mente le atmosfere ironiche di “Guida Galattica per Autostoppisti” e quelle romanticamente amarognole di “500 giorni insieme”, nonchè suggerirci molto efficacemente di approcciarci alla vita un pò alla "Drugo", ovvero di prenderla come viene. E di citazioni cinefile ce n’è a non finire, da “Gran Torino”, “Paris je t’aime”, “The Millionaire”, “Trainspotting”, “Pulp fiction”... La regia è divertita ma non per questo stupida o banale, e lo stesso vale per l’interpretazione di tutti gli attori che hanno preso parte all’opera. Tra questi Mads Mikkelsen ha dimostrato facilmente di essersi meritato la Palma lo scorso maggio.
Il film si muove dunque tra numerosi generi cinematografici, passando senza convenevoli da una narrazione totalmente fantastica ad una assai drammatica, dalla commedia al gangster-movie, dal poetico al demenziale. E di ogni sfumatura, il regista coglie il lato più sublime per innescare all’occorrenza la risata, la suspense, il repulsione, il pianto… trasportando tutto d’un fiato lo spettatore verso il finale visto in apertura. Oppure no? Oppure sì? C’è una teoria tanto semplice quanto banale, ma nessun elemento viene mostrato per sostenere l’una o l’altra ipotesi (la frase è appositamente studiata per evitare sia spoiler che illusioni… resterete come me nel dubbio finché non lo vedrete. E dovete vederlo!).
L’unica cosa da segnalare è un clamoroso buco nella sceneggiatura nella parte finale definita “Risoluzione”, in cui tradizionalmente ci vengono mostrate le sorti dei vari personaggi. E ne mancano un paio abbastanza importanti e simpatici che avevamo lasciato in ostaggio nelle sadiche mani di scagnozzi torturatori… ma possiamo soprassedere.
Promossa dunque a pieni voti l’opera prima di un nuovo grande e benvoluto regista.
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