Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Sembra che Steven Soderbergh si prepari a ritirarsi dalla direzione di film,eppure è così attivo da sfornare due o tre film all'anno,con grande uso di attori celebri e storie molto diverse tra di loro:secondo il detto popolare "chi non fa,non falla",l'iper-attività del cineasta ogni tanto gli fa fare qualche passo falso,ma si può dire che chi diresse "Traffic" è un regista eclettico che,forse per il suo percorso mai legato ad un filone o a uno stile ben scandito,ancora non è considerato "autore" da parte della critica.Qui,dopo un titolo di buon risultato commerciale come "Magic Mike",Soderbergh mette in scena un thriller psicologico in cui gli interpreti contano molto,e si permette un gioco con il pubblico raffinato ed intrigante,fingendo di aver esposto praticamente tutto a metà film,per ribaltare ogni prospettiva nella seconda parte e rivelando la vera natura degli eventi accaduti:nessuno è del tutto innocente,neanche il protagonista,lo psicanalista Jude Law,che si ritrova incastrato in un meccanismo contorto per aver voluto prender parte a un'agevolazione alla propria carriera ed ai propri guadagni,e c'è andato di mezzo un uomo assassinato dalla moglie,in cura proprio dal medico al centro del racconto.Ma,come detto,le cose non sono come mostrate inizialmente,e uno dei meriti di questa pellicola è l'intelligenza del plot:uno dei lungometraggi più hitchcockiani visti al cinema negli anni,la colpa e la meschinità dei personaggi,dediti a mettere il lucro sopra ogni cosa,infimi e traditori pur di affermare il proprio interesse.Un cast interessante,tra l'ostinazione e la lucidità di una personale indagine Law,sospesa tra un ruolo di vittima e carnefice Rooney Mara,intrigante e imperscrutabile Catherine Zeta Jones.Un gioco di scatole cinesi che non stanca,fino alla chiusa finale,in un giallo di classe,apparentemente gelido ma in realtà scandagliatore della psiche e ben costruito.
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