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Uomini di parola

Regia di Fisher Stevens vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Uomini di parola

di miss brown
8 stelle

All'inizio sono rimasta un po' lì, questi ex-criminali ultrasettantenni sono molto poco simpatici, piuttosto patetici e decisamente volgari: una specie di Boldi e De Sica rapinatori in pensione. Ma poi mi sono detta che non era possibile che attori di qul calibro avessero fatto una schifezza e ho resistito alla tentazione di fuggire dopo 20 minuti.
Val (Al Pacino) è un rapinatore che si è appena fatto 28 anni di prigione ma non ha fatto i nomi dei complici rimasti fuori (Christopher Walken e Alan Arkin), che comunque non hanno avuto una gran vita. Sa di avere non più di un giorno di libertà: un vecchio capomafia a cui aveva ammazzato il figlio durante quell'ultima, tragica rapina vorrà sicuramente vendicarsi e cerca di passare al meglio la sua ultima notte in questo mondo. Tutto qui.
Se UNA NOTTE DA LEONI non fosse stato appena usato sarebbe stato il titolo perfetto: tre settantenni insopportabili, sboccati, violenti, drogati, puttanieri, roba che se abitano nel tuo palazzo non li saluti neanche, nel corso della storia si trasformano dalle macchiette della prima mezz'ora (da cui la mia iniziale perplessità) in personaggi a tutto tondo. Il merito va soprattutto ad una sceneggiatura calibrata e impeccabile, in continuo crescendo. Mi sembra di vederli i due quasi debuttanti (il giovanissimo sceneggiatore Noah Haidle e il regista Fisher Stevens, rodatissimo attore e fin'ora autore solo di robetta tv) ridacchiare fra di loro mentre scrivevano le battute. Sono anche riusciti con successo a resistere alla tentazione di rendere i personaggi simpatici e di fare la scontata manfrina "i criminali di una volta erano un'altra cosa".
Dev'essere stata una bella sfida per i tre protagonisti, vinta con ammirevole spirito e intelligenza, oltre che col consueto incommensurabile mestiere: uomini fino a non molti anni fa belli e sexy che accettano di interpretare tre vecchi che si rifiutano caparbimente di invecchiare nonostante le inevitabili defaillances fisiche (impagabili le due scene nel bordello) e non si arrendono davanti a niente, nemmeno alla morte.

SPOILER!!!
 Nella sparatoria dell'ultima scena il regista ci mostra per pochi secondi Pacino e Walken, complice un velo sulla macchina da presa, non più che quarantenni, come li ricordiamo con nostalgia nei loro capolavori del passato: un devoto e affettuoso omaggio a loro e un prezioso regalo a noi.

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