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Outrage Beyond

Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Outrage Beyond

di alan smithee
7 stelle

Locandina originale

Outrage Beyond (2012): Locandina originale

Tempi di magra oggigiorno anche per le cosche della delinquenza giapponese: le nuove leve, in circostanze non molto chiare ed anzi tali da destare sospetti tra il ceto più maturo (ed invidioso), sono passate al potere: nuovi padroni che hanno studiato economia nelle università,  e compreso che per garantire il profitto alla rete di riciclaggio ed affari loschi serve un contributo fattivo di ogni clan, di ogni membro che in esso collabora, e che chi non produce va estirpato come un'erbaccia che toglie linfa vitale alla vegetazione produttiva ed economicamente utile. Dunque via vecchi immeritati privilegi dovuti all'età,  all'appartenenza a determinate dinastie del malaffare, a inciuci da mafia terz'ordine. In più la gang rivale dei Sanno, coloro che esercitano nel territorio confinante, gli Hanabici, risultano ormai troppo scomodi e una delle due fazioni deve spuntarla necessariamente sull'altra, eliminando una classe dirigente doppia e controproducente. In questo fervore di cambiamento, dove ogni giorno un boss viene eliminato con il suo stuolo di scagnozzi suoi martiri, e dove i sospetti alimentano rancori e vendette premeditate, un astuto e corrotto ispettore di polizia cerca di approfittare della tensione tra le gerarchie per sgominare a poco a poco l'organizzazione e prendersi meriti sulle spalle di colleghi più onesti e sottotono, che agiscono nel rispetto della legalità.

Costui decide pure di far uscire di prigione uno scaltro e concreto tuttofare dei vecchi boss, Otomo, elemento che molti credevano morto e che con la sua presenza carismatica, pur se sottotono, potrebbe agevolare lo svilupparsi della scintilla in grado di innescare una guerra tra cosche che serva ad eliminare sistematicamente le due organizzazioni rivali a vantaggio dell'autorita'.

Outrage Beyond consente a Kitano di ritrovare un suo personaggio di pochi anni prima e di continuare imperterrito ed inflessibile a parlare di yakuza, di vendette e sotterfugi per la scalata al potere. Stavolta Kitanom- pur incentrando tutta la vicenda tutta attorno al suo taciturno, carismatico e flemmatico personaggio, chiave di violino di tutto il meccanismo ad orogeria di una vendetta senza freni e con abbondanti scrosci di sangue -si defila anche un po' dalle singole vicende, impegnato ad orchestrare tutta una coreografia di vendette e rappresaglie che sfociano nella barbarie più efferata e risolutiva. La classe nel dirigere scene di massacro rimane inalterata. Il racconto qua e la' fatica un po' a farsi seguire, specie quando certe vicende o nomi di personaggi ci vengono raccontati più che mostrati, facendoci perdere spesso il filo del discorso: almeno fintanto che appare il nostro Kitano, sempre più storto e pallido come uno spettro immoto, con quella faccia senza espressione, quel ghigno involontario sormontato da due occhi da belva neri ed implacabili come la notte: uno sguardo che inquieta, destabilizza, e lo rende indecifrabile agli occhi di chi si crede più scaltro di lui. 

Certo siamo ben distanti da Sonetine, da Il silenzio sul mare, da Hana-bi: forse qui tutto è puro mestiere, e siamo quasi sicuramente dinanzi ad un'opera minore, ma Outrage Beyond è pur sempre un gradito ritorno di un autore, Beat Takeshi, che amiamo quasi incondizionatamente da anni e che seguiamo con passione mentre invecchia, mentre la fissità di uno sguardo scalfito da tic facciali sempre più inquietanti e vistosi (frutto dei postumi di un grave incidente di molti anni orsono) lo accompagna e lo rende sempre uguale a se stesso in ogni circostanza e ruolo, ed anche un po' involontariamente caricaturale, ma unico.

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