Regia di Louis Leterrier vedi scheda film
Per un fan di The Prestige, cuccarsi questa scemenzuola si è rivelato arduo impegno. Ho voluto provare sull’onda di autorevoli consensi, e mi sono, autorevolmente, scottato. Vero è che siamo più dalle parti di un dozzinale Ocean’s eleven o di uno Slevin miserello, ma veder magheggiare cosi bufamente ti indispone fin da principio, la trama si arrabatta perdendo tempo prezioso con inseguimenti e colluttazioni di quart’ordine e noi che guardiamo sempre più da lontano - come suggerisce Eisenberg - dobbiamo, alla fine, dopo esserci sgarrupati con trucchi da contorcimento del duodeno a forza di incredule risate, vedercela anche col sorpresone finale, lontano miglia da ogni più indulgente ragionevolezza.
Ma almeno te la sei divertita un po’ come assicurano a destra e a manca?!
E con chi? Forse avrei potuto col sottoutilizzato Harrelson il quale, doppiato con la voce di Kevin Spacey, si rende ancor più pesce lesso del tollerabile; o con Mr. Facebook, più a suo agio tra logaritmi e social network che tra carte da indovinare, o ancora con quegli altri sciapetti dei loro compagni di viaggio, per non parlare degli altri protagonisti, dagli impalpabili Freeman e Caine al pesce fuor d’acqua Mark arRuffalo, forzatissimo Clouzot...? no ragazzi... semplicemente ho sbagliato film, ma i maghetti hanno sballato mira, tempi, modi, trucchi e inganni.
Le tre fasi, Promessa, Svolta e Prestigio, celebrate, appunto, in The Prestige, decadono nel burlesque di una magia da apprendista stregone dove il trucco c’è, e malgrado il desiderio del volenteroso spettatore di non volerlo vedere affascinandosi d’incanto, traspare rozzamente.
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