Regia di Oliver Hirschbiegel vedi scheda film
Bisogna stare attenti quando si ha a che fare con le biografie, perché quello biografico è un genere da maneggiare con le pinze. In caso contrario, si rischia di realizzare pasticci come quello in analisi.
Oliver Hirschbiegel, già autore del trascurabile e sopravvalutatissimo “La caduta – gli ultimi giorni di Hitler” (2004), tocca qui il punto più basso della propria carriera, affossando la vita e la persona di Lady Diana Spencer in una polpetta sentimentale e superficiale degna di Beautiful.
Un film sconclusionato e inconcludente, con una sceneggiatura ai livelli del peggiore “Twilight”: si cerca di raccontare a tutti i costi la stori(ell)a d’amore “proibito”, trascurando ogni altro aspetto (quello politico in primis) della vita della donna.
La mancata somiglianza tra l’attrice e la Principessa di Galles è un ulteriore punto a sfavore, anche se Naomi Watts nel suo piccolo ce la mette tutta in quanto a performance.
Pathos, emozione e – in una parola – il cinema sono da cercarsi altrove, e il sigillo del fallimento (qualora vi fossero ancora dei dubbi sul carattere fallimentare dell’operazione) è un finale che chiama spudoratamente e pacchianamente le lacrime.
Così, di fronte a uno dei peggiori biophic degli ultimi anni, mentre noi spettatori ci addormentiamo sulla poltrona, la povera Lady D. si rivolta nella tomba.
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