Regia di Julien Leclercq vedi scheda film
Una bella barca a vela, da sempre sinbolo di libertà ed indipendenza (anche economica), una bella moglie con pargolo neonato, una piccola attività commerciale di copertura: il sogno di una vita all'insegna dei propri interessi e delle proprie attitudini Marc Duval l'ha raggiunto rifugiandosi a Gibilterra, la rocca che nei tempi che furono segnava la divisione tra il mondo conosciuto e civilizzato e quello delle incognite e del mistero. Quarantenne francese in fuga da chissà quale fallimento professionale, Marc (Gilles Lellouche) gestisce un baretto sul porto col quale cerca di pagare il debito per l'acquisto di un bel natante, coronamento di un sogno di una vita. Quando viene avvicinato da un giovane e brillante funzionario della dogana francese (Tahar Rahim), Marc comprende che la richiesta di collaborazione di quest'ultimo non può essere ignorata e inizia per l'uomo un lavoro di spionaggio dei loschi traffici illeciti che da sempre caratterizzano l'attività della zona di confine tra Europa ed Africa. Ben presto l'uomo diviene confidente, guadagnandosi la stima, di un potente boss della cacaina (Riccardo Scamarcio). Ma addentrandosi sempre più internamente in un circolo dantesco della corruzione e del doppio gioco, i rischi diventano sempre più insostenibili e quando le minacce si estendono alla giovane e bella consorte, Marc non avrà altra scelta che esporsi in prima persona, arrivando a pagare più di ogni altro losco individuo immischiato nella vicenda.
Efficacemente ambientato alla fine degli anni '80, Gibraltar non è certo un film che sappia avvincere o tenerti col fiato sospeso, ma tuttavia o proprio per questo è un prodotto ancorato alla realtà più losca di tutti i giorni, quasi un film-inchiesta su uno dei tanti episodi di corruzione e di traffico illecito che caratterizzano le aree nevralgiche degli scambi commerciali a livello mondiale. Un trio di attori efficaci e dalle spiccate personalità e fascino (Lellouche/Rahim/Scamarcio, che recita in un buon francese) contribuisce a conferire un pò di verve ad un film che invece non è sorretto da una regia molto potente o comunque in grado di catturare tenacemente lo spettatore, avvinto al massimo dalle affascinanti riprese aeree della rocca che separa il vecchio dal "nuovo" mondo.
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