Regia di Sandro Metz vedi scheda film
Uscito subito dopo il primo Pierino vero e proprio (Pierino contro tutti, di Marino Girolami, 1981), questo episodio 'apocrifo' della serie vede - caso unico di tutta la saga - protagonista Maurizio Esposito. Già meglio di Giorgio Ariani (Pierino la peste alla riscossa, 1982), ma Vitali è Vitali e non si discute. Nel cast c'è un discreto dispendio di caratteristi dell'epoca: Gianni Ciardo, Nino Terzo, Enzo Andronico, Sandro Ghiani, Aldo Ralli, Vincenzo Crocitti e pure Adriana Russo, chiamata a svestirsi ripetutamente, ed il mitologico Jimmy il Fenomeno, qui nei panni di un postino fuori di testa. Standard bassissimi sia nella produzione (quasi l'intero film è girato dentro ad un ristorante) che nella comicità, in questa trama sconclusionata - sceneggiatura del regista (il figlio di Vittorio Metz: tutt'altra roba rispetto al padre) e di Dardano Sacchetti - che è una stiracchiata messa in scena di una catena di barzellette. La grevità degli scherzi è mediamente tanto bassa da generare rarissime risate, anche perchè viene del tutto ignorato il meccanismo fondamentale della comicità secondo il quale è più divertente suggerire l'oscenità, che nominarla esplicitamente. E qui le parolacce si sprecano. 2/10.
Attorno ad un ristorante si sviluppano le bizzarre vicende di una serie di personaggi da barzelletta: un dottore, due camionisti, un matto vestito da Napoleone, i carabinieri, le donnine facili e soprattutto Pierino, il terribile discolo.
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