Regia di Marino Girolami vedi scheda film
Una triste sfilza di barzellette. Il cinema non abita più qui.
Di notte può capitare di imbattersi in questo film, e di decidere di guardarlo proprio per l'insistenza della TV (una parte, perché tutto non si resiste). La Mediaset, infatti, lo trasmette da anni più volte l'anno, con una costanza degna di miglior causa. Perché, poi?
Diciamocelo: il Pierino di Alvaro Vitali è famoso in Italia, specialmente tra i 40-50enni. Guardando questo film, però, proprio non ne capisco la ragione. La tecnica (inquadrature, movimenti...) è ridotta all'osso, il ritmo non c'è, la trama non esiste, la sciatteria regna sovrana. La sceneggiatura, sfilacciata e dilettantesca, propone una serie di barzellette che suscitano al più un timido sorriso. Le "gag" visive sono talmente banali da suscitare pena o tristezza. La volgarità e il cattivo gusto la fanno da padroni.
Alvaro Vitali è secondo me un talento - non a caso scoperto da Fellini - che però si è quasi sempre sprecato.
Mi possono piacere i film semplici che fanno divertire con poco, senza pretese, ma qui ben sotto il livello di quando si accende la spia rossa.
Una cosa mi è piaciuto vedere: le cartelle di scuola rigide che avevo anch'io e le aule com'erano allora.
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