Regia di Marino Girolami vedi scheda film
Sequela di barzellette narrate con brio dall'effervescente Vitali all'interno di un contesto smorto, inconsistente, sciatto. E' il secondo capitolo delle disavventure del proverbiale ragazzaccio e, se il primo non era certo un capolavoro, per forza di cose qui si va in precipitando; gli argomenti dei lazzi sono sempre gli stessi, cioè sesso, escrementi, altro sesso ed altri escrementi, con larga profusione di parolacce, moti beceri, oscenità verbali di vario tipo (dai più classici mortacci romaneschi al profluvio di organi sessuali maschili, citati in ogni salsa). La cosa piacevole di questo prodottaccio - il penultimo di Girolami, che chiuderà la carriera dirigendo ancora Vitali in un lavoruccio analogo, cioè Giggi il bullo - è senza ombra di dubbio il cast, composto da tanti validi caratteristi che hanno rallegrato una stagione bizzarra, ma inconsistente del cinema nostrano; ci sono, in ordine sparso: Salvatore Baccaro, Enzo Robutti, Michela Miti, Riccardo Billi, Gianfranco Barra, Renato Cecchetto, Enzo Liberti (il padre di Pierino), Ennio Antonelli e pure, in una particina, la giovanissima Serena Grandi. Sceneggiatura, per quanto possa essere questa la parola adatta, ancora affidata a Mannino, Clerici e firmata parimenti dallo stesso regista; le musiche di Berto Pisano (come nel precedente Pierino) sono carucce e memorabili. 3/10.
Il discolo cresciutello Pierino viene bocciato ancora una volta agli esami; i genitori lo mandano così in collegio, dove ritrova la sua precedente (e avvenente) insegnante e ricomincia a seminare danni...
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