Regia di Robert Stromberg vedi scheda film
Ennesimo tentativo di riproporre sotto la nuova luce di un moderno adattamento live action una precedente trasposizione di una fiaba celebre avvenuta sotto la forma di film d'animazione. E ancora una volta non so capacitarmi del successo clamoroso determinato dagli incassi, in particolare in casi come quello in questione, in cui stento a individuare motivi di autentico pregio. Il "gioco" in sé di voler raccontare la storia dal punto di vista della malvagia antagonista, ribaltando ogni categoria, poteva apparire originale e stimolante. Invece mi sono ben presto reso conto di quanto poco ispirata fosse l'effettiva realizzazione, che cade nei più scontati schematismi dei recenti blockbuster di bassa lega, quelli sempre uguali a se stessi, lineari e insignificanti, ridotti solo a colorato effetto speciale, inespressivi e privi di cuore. La cattiva, eletta protagonista, diventa automaticamente "incompresa" ergo buona, perdendo pressoché in toto il fascino e il carattere del personaggio. In diverse occasioni si percepiscono forzature, contraddizioni e situazioni al limite del ridicolo, con la sequenza della nota maledizione che stona sensibilmente con tutto il resto e l'impostazione stessa impressa a questa nuova versione del racconto. I vari figuranti che si alternano sullo schermo sono talmente risibili, quando non irritanti, così effimeri e inconsistenti da far davvero rimpiangere senza se e senza ma i loro corrispettivi disegnati. Nessuno spu(n)to appare convincente appieno e forte è la sensazione di banalità e prevedibilità, di quella sorta da non lasciare scampo. Per poter compiere un'operazione ambiziosa - come questa voleva essere - sarebbero stati necessari un maggior coraggio nel voler osare fino in fondo lungo la strada intrapresa e una migliore cura di una sceneggiatura lontana dai soliti luoghi comuni, in grado d'incidere in maniera profonda se guidata da una mente competente. Mi spiace, ma a tale vacuità non esito a continuare a preferire il vecchio Grande Classico Disney de La Bella Addormentata nel Bosco (1959), incommensurabilmente più meritevole e sì intramontabile.
Malefica, una giovane fata dal cuore puro e con impressionanti ali, vive una vita idilliaca immersa nella pace del regno della brughiera, fino a quando un esercito di invasori umani minaccia l'armonia di quei luoghi. Ella diventa la più fiera protettrice della sua terra, ma rimane vittima di uno spietato tradimento ed è a questo punto che il suo cuore comincia a tramutarsi in pietra. Decisa a vendicarsi, Malefica affronta una battaglia epica e infine lancia una maledizione contro la piccola Aurora, figlia del Re Stefano. Quando la bambina cresce, Malefica capisce che Aurora rappresenta la chiave per farle ritrovare la vera felicità e riportare la sua brughiera all'antico splendore e serenità.
Pare annullarsi nel dover essere privo di personalità e non avvalora alcuna competenza specifica.
Alquanto insolita nelle vesti di un'inedita Malefica. Niente di eccezionale, ma è fra i pochi aspetti che si salvano. L'attrice intendo, non certo la ben poco ispirata scrittura in sé del personaggio.
Peccato per la Principessa Aurora, ma questa non è la sua migliore interpretazione. L'attrice avrebbe meritato di più e non avrebbe sfigurato affatto, come altrove ebbe modo e occasione di dimostrare.
Un Re Stefano da dimenticare, ammesso che si riesca a ricordarlo.
Sempre gradite sono, in accompagnamento musicale, le composizioni di James Newton Howard.
La delusione è stata talmente tanta da legittimarmi a dire tutto!
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