Regia di Robert Stromberg vedi scheda film
A mio rischio e pericolo, nonostante gli avvertimenti di FilmTV ed utenti, mossa dalla curiosità sono andata a vedere Maleficent al Cinema.
I primi 45 minuti facevano ben sperare: la storia era originale, aveva ritmo, le idilliache scenografie digitali erano piacevoli. Perchè? Perché si parlava di Malefica, questo affascinante villain Disney, che per un motivo o un altro è "cattivo". Se piace, piace nella sua malvagità. Passati questi primi tre quarti d'ora, la narrazione diventa gradatamente sempre più noiosa e Malefica prende una piega tristemente patetica da figliol prodigo che si redime drasticamente: non più Maleficent ma "Buoneficent". La Disney è ancora troppo legata ad una convinzione vecchia, che le impedisce di fare film sui "cattivi"; la convinzione che il protagonista di una storia debba necessariamente essere buono o solo per metà malvagio. Non è ancora pronta per gli affascinanti ribaltamenti valoriali che, grazie a registi di nicchia, si sono andati diffondendo anche a livelli cinematografici più commerciali: il drago Smaug, l'affascinante Khan di Into the Darkness, Loki...e chi più ne ha più ne metta. Si tratta di personaggi che amiamo per l'astuto egoismo, il loro fascino sta nel fatto che hanno scelto "il lato oscuro della forza", proibito ai buoni, e in questo hanno avuto coraggio.
Ecco perché questo film è una grande delusione: non la storia di una Beatrix Kiddo-Disney, ma il prevedibile, stra-noto percorso verso la salvezza di un personaggio che insieme alla malvagità si spoglia del fulcro della sua attrattiva.
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