Regia di Christian Alvart vedi scheda film
Quando dalla vita si ha tutto ciò che si può desiderare: un marito premuroso e affettuoso,
un matrimonio felice e sereno: è un "vero problema", perchè subentra la noia, e si sente il bisogno
di fare nuove esperienze: è quello che succede a Katharina, la protagonista del film "8 e 28".
La storia non è verosimile, perchè quando nella realtà una donna è felice e appagata
dal rapporto di coppia, non cede subito e con estrema facilità alla lusinga di una relazione
extraconiugale.
Christoph - marito di Katharina - sceglie di perdonare il tradimento della moglie, perchè
non ha voglia di ricominciare da zero, di rimettersi in gioco e di ricostruire gradatamente
un rapporto di coppia con un'altra persona, ripartendo dall'inizio: e per questo
perdona sua moglie per indolenza.
Bisogno di trasgressione, necessità di provare l'ebbrezza del proibito per movimentare la routine
quotidiana di una vita matrimoniale programmata e prevedibile, di un rapporto di coppia ormai collaudato e
metodico spingono Katharina all'esigenza di evadere; questo desiderio si concretizza nel
rapporto Alexander, l'uomo che Katharina incontra sul treno.
Allexander rappresenta l'imprevisto che finalmente arriva a movimentare la sua vita, rappresenta
anche una cosa non certa, l'ignoto che la intriga, perchè ancora non lo conosce bene come
suo marito, ma proprio per questo Kathrina è incuriosita e attratta da lui, perchè Alexander
rappresenta per lei la fuga dalla routine quotidiana che le consente di ricaricarsi.
Ecco cosa spinge un essere umano a rischiare e a mettere in gioco tutto quello che si è
assicurato nella vita per l'incerto, per quello che non conosce e da cui si sente attratto in
maniera irresistbile: la curiosità che deriva da una vita fin troppo tranquilla.
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