Regia di Peter Weir vedi scheda film
Non posso dare meno di tre stellette per rispetto al grande impatto estetico ed evocativo di questo film ma la tentazione è davvero forte perché il film, tutto sommato, non ha nè capo nè coda. Il regista dissemina indizi ed ammicca allo spettatore promettendogli chissà quale finale ed alla fine lo lascia a mani totalmente vuote, lasciando insolute molte domande. Fosse stato tratto da una storia vera, almeno uno avrebbe giustificato così l'assenza di ogni spiegazione da parte degli eventi (vedi il finale o le ecchimosi stranamente presenti ovunque tranne nei piedi) e delle persone (vedi le due ragazzette che non sanno spiegare nulla, una perché ha dimenticato, l'altra perché evidentemente s'è messa ad urlare solo per dare alito alle corde vocali oppure il signorino inglese pieno di ematomi inspiegabili) ma è tratto pure da una novella, per cui è stato proprio scritto così: come un thriller a metà, come il parto di una mente ispirata solo in parte. Fino al 35' del primo tempo il film è di un piattume mortale, poi accade qualcosa ma il ritmo è sempre e comunque prossimo allo zero; se si aggiunge poi una colonna sonora che è uno strazio tra pezzi di musica classica e zufolate col flauto di pan si arriva ai 100 minuti stremati. Il fatto poi che non si fa che parlare di Miranda come se tutte le altre non contassero nulla, come se dovesse evocare qualche spirito della natura, aumenta di non poco la sofferenza e l'intolleranza. Ero tentato di chiudere ma ho pensato che certi film hanno un finale tanto bello da meritare ogni martirio, all'arrivo dei titoli di coda il primo pensiero è stato quello di venir qui provare a salvare ogni futuro malcapitato che avesse la pessima idea di approcciarsi a quest'opera che non andrebbe mai classificata tra i thriller ma nel genere "bucolico". Se, dunque, è questo che vi interessa vedere, un documentario sulla natura con musica adeguata in sottofondo allora avete indovinato, in tutti gli altri casi lasciate che Miranda resti dispersa.
Una montagna inghiotte tre ragazze. Mentre il regista intrattiene lo spettatore con giochi di prestigio e finti indizi, scorrono in sottofondo le immagini di Miranda, sempre Miranda, bellissima e tratta da una rivista del Postal Market che attraversa leggera lo schermo mentre in sottofondo musica classica e tanto tanto flauto di pan provano a distruggere quel po' di attenzione che il regista aveva meticolosamente cercato di attivare con i suoi giochi.
Uno strazio pauroso, contribuisce in maniera determinante (e negativa per quel che mi riguarda) all'impatto del film.
Non so se s'era capito ma... la colonna sonora.
Bravo, indubbiamente. La tecnica registica è pregevole.
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