Regia di Peter Weir vedi scheda film
un film seminale, che anticipa Lynch nella sua rappresentazione di una realta' apparentemente in armonia, che nasconde invece un anima nera e misteriosa. Film intriso di morbosita' ed inquietudine, denso di sfumature, tanto "metafisico" quanto sociale, ci mostra un'aristocrazia agli sgoccioli, il cui equilibrio e le cui certezze, arrivati oramai alle soglie del 900, sono messe in crisi dal mistero e dall'angoscia di fronte a cio' che non si puo' (e mai si potra') spiegare. E' anche, parallelamente, un film sulla doppia faccia della natura, affascinante e crudele
nella prima parte ci regala momneti magici. La sua regia e' straordinaria nel rendere l'ambiguita' della situazione, sempre in bilico tra eleganza, rigore, perfezione da una parte, e orrore, degrado, perversione dall'altra. Con questo film, Weir, prima del grande Lynch, ha saputo operare una tagliente critica sociale, attraverso l'arma (tutta moderna, "Detour" a parte) del thriller senza soluzione
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