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Ci vuole un gran fisico

Regia di Sophie Chiarello vedi scheda film

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La recensione su Ci vuole un gran fisico

di Furetto60
3 stelle

Deludente commedia. Sprecata la Finocchiaro

Eva, alias Angela Finocchiaro, è una cinquantenne come tante. Commessa in una grande profumeria, è addetta alle vendite di vari prodotti di bellezza, creme che dovrebbero ridare giovinezza, cerette, sieri e quant’altro fa parte dell’immenso mercato della cosmesi, si sforza di mantenersi il più possibile in forma, in auto fa ridicoli esercizi per il viso, passando da una caldana a una dieta, in piena menopausa. Ha il brutto difetto di non riuscire mai a dire no, è sempre accondiscendente, cosi viene sistematicamente angariata e mobbizzata dal suo caporeparto, che continuamente le ventila l’ipotesi del licenziamento, in famiglia subisce le paturnie della figlia ribelle, le eccentricità dell’arzilla madre e i capricci dell’ex marito Gino, un parassita nullafacente e inconcludente, che le porta il bucato da lavare e vive sulle sue spalle, portandole in casa perfino la nuova compagna. Per conciliare tutte le istanze della sua vita, è costretta a fare l’equilibrista, tra le immancabili bollette da pagare, il mutuo cui far fronte, la spesa al supermercato, perfino l’auto ormai troppo vecchia, la lascia a terra. Sesso, poco o niente. Donna decisamente sull’orlo di una crisi di nervi, in perenne competizione con la collega Cinzia che diversamente da lei, è sempre di buonumore, convincente nelle vendite e che in più, ha una fruttuosa relazione sessuale, col suo capo. Eva affronta le difficoltà tipiche di una donna alle prese con la crisi di mezza età, un momento molto delicato, tuttavia il destino le invia, in soccorso, un misterioso e magico angelo custode, alias Giovanni Storti, dotato di poteri speciali. Il film scritto dalla stessa Finocchiaro con Massimo Venier e Giuseppe Piccioni, in bilico tra farsa e riflessione, resta a metà del guado, non decolla e alla fine risulta solo un accozzaglia disordinata di scenette grottesche e di gag poco esilaranti. Diretto da Sophie Chiarello, nutrirebbe la velleità di raccontare con sguardo ironico, il mondo difficile di una donna normale di cinquant’anni, che si divide tra casa e lavoro, ma lo scopo non viene raggiunto e si ha l’impressione che gli autori abbiano avuto una buona idea di partenza, ma che non hanno poi saputo svilupparla.

Spiace vedere la brava Finocchiaro,coinvolta in questo fallimentare progetto cinematografico

 

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