Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film
Blompkamp si conferma essere un regista di grande talento con questo "Elysium", altro bellissimo film politico in cui si serve del genere per appassionare e far riflettere.
Se imporsi da subito con un grande esordio è difficile, si sa che l'impresa ancora più ardua (per un regista, ma non solo) è quella di confermarsi con le opere successive. Entrare in scena con un film come "District 9", a mio parere uno dei più belli del decennio, è molto rischioso, perché comporta delle aspettative altissime da parte del pubblico e della critica. Blompkamp non si è però lasciato schiacciare dalle pressioni che poteva legittimamente sentire, e ha tirato fuori, senza girarci troppo intorno, un altro bellissimo film. "Elysium", infatti, è un gioello che conferma il talento di questo regista, che secondo me farà grandi cose, e non mi soprenderei se fra qualche anno anche "Elysium" diventerà improvvisamente un grande film.
Il fatto che il pubblico abbia però massacrato "Prometheus", che è cinema con la C maiuscola, e continui a sbavare dietro ogni film di Star Wars, non lascia più di tanto sorpresi dell'accoglienza non molto calorosa che ha ricevuto "Elysium".
Forse molti si aspettavano e speravano in un film di sola azione, di botte, cazzotti e sparatorie continue contornate dalle solite battutine imbarazzanti dei blockbuster americani. "Elysium" invece va seguito senza spegnere il cervello, perché è ricco di contenuti, perché ha una trama (cosa ormai non scontata), e per di più non banale, lineare ma arricchita da numerosi risvolti e cambi di direzione. C'è tutto in "Elysium": fantascienza, azione, romanticismo, persino poesia nel lirismo eroico di Matt Damon, con un finale bellissimo e intenso, che si ricollega all'inizio e va a chiudere un cerchio di emozioni intense. Blompkamp per me è già un autore e l'universo di "Elysium" ha molti punti in comune con quello di "District 9". Ancora una volta ci sono i reietti, i ricchi e i poveri, l'immigrazione, il potere, la libertà. L'idea alla base del film fantastica: la Terra è ormai sovraffollata, povertà, malattie e fame sono ormai diffuse ovunque. Le città sono diventate grandi baraccopoli, l'offerta di un lavoro onesto scarseggia e molti sono costretti a rubare e a compiere altri crimini. La società è regolamentata da un sistema freddo e burocratico, in cui le persone sono considerate più oggetti che esseri viventi, utili solo per fare andare avanti il sistema. I ricchi vivono invece su Elysium, una stazione spaziale dove tutti vivono felici e nessuno viene toccato da alcun tipo di sofferenza. Il contrasto tra le due realtà è di grande impatto e descrive la visione pessimista che ha Blompkamp di un futuro che non è altro che un estremo punto di arrivo di qualcosa che già esiste. Su Elysium non ci sono guerre, le famiglie vivono in lussuose e ultratecnologiche ville dotate di macchine che permettono di curare ogni malattia e di prolungare la vita, mentre sulla Terra si vive in palazzoni fatiscenti o tra i rifiuti e la morte può sopraggiungere in un qualsiasi momento. La messa in scena è grandiosa, ogni dettaglio è curato alla perfezione e ti fa immergere in quel mondo. Ogni robot, ogni arma, ogni astronave o struttura, tutto prende vita. La regia di Blompkamp è fantastica, il ritmo è dosato perfettamente e va in crescendo, non c'è l'azione dal primo minuto perché Blompkamp sa che l'azione ha senso solo se supportata da una sceneggiatura che riesca a coinvolgere lo spettatore. Spesso i film di questo tipo di adesso sono pieni di azione che non trasmette nulla, il classico scontro finale tra il buono e il cattivo è privo di ogni emozione se non c'è dietro una storia appassionante e se mancano personaggi carismatici. Blompkamp prima di movimentare davvero il film descrive lo scenario, il mondo in cui ti catapulta, facendoti assaporare i momenti cruciali, senza correre, ma mai annoiando, anzi, facendoti desiderare che arrivi il momento di svolta. I personaggi sono tratteggiati con cura, a partire dall' ottimo Matt Damon, davvero convincente, e di ognuno vengono mostrati i desideri, gli obiettivi, le debolezze. È allora che l'azione ha senso, che ti commuovi per la morte di un personaggio, che il solito scontro finale diventa invece epico, ma non un epico gonfio e finto da "Transformers" o "300", un epicità che riguarda sia le motivazioni dei singoli individui sia il riassetto della società, qualcosa che rende davvero partecipe. È un film che ho visto 3/4 e ogni volta mi è piaciuto di più, noto sempre qualcosa che me lo apprezzare maggiormente e che mi fa rimanere convinto che "Elysium" sia un grande film, incredibilmente poco considerato e messo da parte come se fosse un' americanata qualsiasi, quando invece è un blockbuster come ce ne sono pochissimi, anche se definirlo blockbuster è riduttivo. È cinema vero, le scene d'azione hanno una regia e un montaggio da paura, le scenografie sono bellissime, la colonna sonora emozionate e azzeccattisima in molti punti (soprattutto il tema principale e la traccia finale "New Heaven, New Earth, da brividi), gli attori sono bravissimi perché non interepretano macchiette ma figure appartenenti a diversi ceti sociali che diventano protagonisti di qualcosa più grande di loro. Jodie Foster è un Salvini del futuro, Carlyle è il viscido uomo corrotto dal sistema politico di cui rimarrà vittima, Kruger (interpretato da un ottimo Sharlto Copley, il protagonista di "District 9") è l'agente reietto, un villain di spessore e davvero carismatico, che si ribella poi all'antagonista principale entrando a far parte della lotta per il potere mirando nella sua follia a distruggere il sisema per crearne un altro anarchico. Il film infatti prende le pieghe di un trhiller con un risvolto quasi da film di spionaggio, dove tutti i personaggi in gioco mireranno all' ottenimento di alcuni dati per poter riprogrammare Elysium, ciascuno secondo la propria filosofia, da quella conservatrice e di estrema destra di Jodie Foster a quella più "marxista" dell' hacker "Spider", che dalla Terra fa partire rudimentali navicelle spaziali clandestine nel tentativo di raggiungere Elysium. E poi c'è Max (Matt Damon), ex criminale, operaio in una fabbrica dove si costruiscono robot (umiliante il fatto che le persone costruiscano i loro "padroni"), inizialmente interessato solo a salvare la propria vita, diventa invece il protagonista delle uniche azioni "umane" che sembrano essere rimaste in quel mondo, per poi adempiere al proprio destino di "Messia" e di martire.
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