Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film
Vittima di un inconscia, emotiva attrazione per i film fantascientifici cyberpunk - tanto più se volgono lo sguardo verso i lembi del cosmo e l’immensità delle sue imprevedibili prospettive - mi sono lasciato irretire dalla visione di questo film.
E ho fatto male.
Sarebbe stato più che sufficiente l’aver visto rincuorare, da parte di una suora (sic!), il proprio adorato pupillo ladruncolo, quale futuro predestinato (a che cosa si sarebbe intuito alla fine, ma detto da una suora del XXII secolo no!!).
In seguito, peraltro, la mia iniziale delusione non è stata più smentita, anzi; banalità su banalità (così improponibili e stridenti che fa male solo provare a rievocarle per accennarle in questa sede; meglio soprassedere) hanno scandito ogni attimo della narrazione, senza soluzione di continuità.
Una sceneggiatura davvero troppo ridicola e superficiale che, peraltro, infarcendo di brutalità diversi momenti clou (il che non sarebbe di per sé un irreparabile limite se non fosse che) rende incompatibile la visione del film con l’ideale target anagrafico della platea di destinatari del film.
Tant’è che attori di richiamo (da me apprezzati in molti altri film), prestatisi ad un’operazione commerciale di così mediocre livello, quasi riescono nell’impresa (impossibile) di affossare quel po’ di credito che ancora vantavano nei miei confronti.
Difetti, quelli di cui sopra, che, purtroppo, finiscono per annichilire la meritoria attualità del tema oggetto di scrittura, ovvero la diseguaglianza sociale e di popoli come molla dell’immigrazione clandestina che si fa canale di scardinamento, almeno tentato, della ferrea divisione fra 2 mondi agli antipodi. Spunti potenzialmente interessanti (ma buttati alle ortiche) ed un contorno estetico – oltre che un’effettistica - ritualmente appariscenti e fracassoni non impediscono, dunque, un giudizio complessivamente negativo del film, salvo almeno risparmiargli lo stigma dell’insufficienza piena.
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