Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film
Cosa si deve chiedere di più a un film di genere oltre che essere d’intrattenimento, con ampi spazi dedicati a inseguimenti, combattimenti ed esplosioni( soggettivamente persino troppi) senza dimenticare di avere all’interno una critica( neanche troppo velata) alla nostra società. Voto 7,5.
Dopo un esordio in grande stile, con il magnifico District 9, Neill Blomkamp si addentra in questa grande produzione di Hollywood e il risultato è più che buono. Bastano i primi minuti di film, dove sembra che si intreccino l’evoluzione della stazione spaziale di 2001-Odissea nella spazio, una situazione terreste pre-WALL-E e un protagonista operaio, Matt Damon, che ci rimanda a Carpenter, per capire che il regista sud-africano prosegue la sua poetica cinematografica non eliminando il suo messaggio sociale. Cosa si deve chiedere di più a un film di genere oltre che essere d’intrattenimento, con ampi spazi dedicati a inseguimenti, combattimenti ed esplosioni( soggettivamente persino troppi) senza dimenticare di avere all’interno una critica( neanche troppo velata) alla nostra società. La trama è un’allegoria che descrive, non come potremmo diventare ma come, probabilmente, siamo già. La sua regia, come nella sua opera prima, è una mirabile fusione tra il cinema d’intrattenimento moderno e quello classico, spesso invece di spiegazioni o lunghi dialoghi Blomkamp ci aiuta a capire le sfumature dei personaggio e della storia usando solo la macchina da presa. Il personaggio più riuscito è sicuramente l’Agente mercenario C.M. Kruger, ottima interpretazione di Sharlto Copley, interessante perché, spietato e senza regole, rappresenta il grado più pericoloso dell’animo umano e tutta la tensione e l’interesse della vicenda ruotano su di lui. Forse meno d’effetto ma essenziale per una lettura più approfondita della pellicola, il personaggio interpretato da una serissima Jodie Foster, il ministro della difesa Jessica Delacourt, rappresenta il potere con la sua visione manipolatoria del mondo e la sua impotenza finale davanti alla perdita del controllo su di esso. In conclusione, Elysium non vale District 9 ma vale per quello che è, un film Sci-fi ad alto budget che però non annoia alla seconda o alla terza visione dove invece si ammirano la messa in scena e la maestria del regista capace di creare un insieme chiuso di volti, corpi in movimento e metallo in cui, come in pochi film del genere, l’alzarsi della sabbia, che tutto circonda, si mischia con il fango e il fumo per creare un’aura solenne intorno ai personaggi. Voto 7,5.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta