Regia di Ernesto Gastaldi, Vittorio Salerno vedi scheda film
Nei pressi di una villa gotica a ridosso di una scogliera, un giovane di nome Christian assiste al tragico momento in cui il padre maniaco sessuale uccide per puro e deviato piacere la sua amante in una stanza rivestita di specchi.
Poi l'uomo, al termine del raptus, si uccide gettandosi dalla scogliera.
Passano almeno vent'anni e lo steso Christian, l'ormai adulto, torna in quella casa teatro dell'orribile delitto per prenderne possesso, accompagnato dalla bella fidanzata Helene, dal suo avvocato Paul e dalla civettuola moglie di quest'ultimo, Brigitte.
Christian vive di turbe che lo assillano inducendolo a pensare che lo.spiriro Paternò agisca ancora influenzandolo a dar seguito ad ossessioni omicide compulsive che a stento il giovane cerca di trattenere, temendo di impazzire come il genitore.
Inoltre la stanza degli specchi continua a perseguitarlo, agendo come una sorta di amplificatore di ossessioni sessuali che certamente ha ereditato dal padre.
Di fatto, poco dopo essersi sistemati, ai quattro ospiti occorrono uno di seguito all'altro strani eventi che portano Christian a credere che suo padre possa ancora vivere ed agire con le sue perverse ossessioni in quella tetra casa maledetta. Ma la verità dei fatti si rivelerà più semplice, meno misteriosa e metafisica di quanto il protagonista sia indotto a pensare, è frutto di un complotto davvero diabolico ed efferato.
Libido è una delle rare regie di uno dei più noti sceneggiatori di film di genere come è riconosciuto Ernesto Gastaldi, coadiuvato nella direzione da Vittorio Salerno.
Il film si nutre di atmosfere malate e di una follia contagiosa che, inizialmente spacciata come una sorta di diabolica deriva sadica a trasmissione familiare, si tramuta in una macchinazione non meno diabolica ma frutto e risultato di un complotto ben più materiale e calcolato. Il film gode di una azzeccata ed affascinante ambientazione, e funziona molto bene sia dal punto di vista della scrittura (a cura dei due registi), sia dal punto di vista della regia.
Tra gli interpreti va segnalato un Giancarlo Giannini agli esordi, che appare nel ruolo del tormentato protagonista con lo pseudonimo internazionale di John Charlie Johns, e la effervescente attrice Mara Maryl, moglie ed attrice di riferimento dell'opera di Ernesto Gastaldi.
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