Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Da sempre i cowboy sono i buoni e gli indiani i cattivi. Ma Penn sa rovesciare il punto di vista in modo geniale, raccontandoci il genocidio sotto forma di un elegante favola sul vecchio West.
L'epoea western raccontata finalmente con l'occhio critico di chi simpatizza per gli indiani. Penn riesce a narrare il vecchio West ed il terribile genocidio perpetrato ai danni delle popolazioni indigene come una meravigliosa favola lunga un intera vita, quella dell'ultracentenario protagonista, interpretato nelle varie fasi da un grandissimo Hoffmann, perfetto per il ruolo ed incredibilmente espressivo in ogni singolo sguardo, ogni singola smorfia ed a cui la regia dedica tantissimi primi piani. Un intenso ed illuminato racconto su una terribile pagina di storia, esprimente concetti filosofici profondi in contrasto con il bieco materialismo umano e la cecità di una cultura arrivista, una chiara critica alla società contemporanea ancora valida negli anni. L'integrazione con "il popolo degli uomini", gli illuminanti incontri con "Cotenna di Bisonte", le crudeli ed insensate uccisioni dei nativi abbinate ai vizi dei "bianchi", sono tutte componenti di un film che riesce a coniugare la poetica del classico western con la cruda realtà di un dramma etnico. Un vero e proprio manifesto sull'altro punto di vista. Monumentale.
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Grande western revisionista da tempo nella mia lista degli acquisti.
L' ho rivisto l' altra sera in tv . Davvero un film bellissimo e pieno di ironia . Come non amare Cotenna di Bisonte ?
Un personaggio che personalmente amo perché rappresenta meravigliosamente la figura del nonno. Dispensatore di saggezza e di pacatezza. Ci rivedo sempre il mio.
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