Regia di Nacho Cerdà vedi scheda film
Corto a colori di 31 minuti circa, anche questo senza dialoghi, vincitore di diversi premi nei Festival specializzati. Ancora il ciclo della vita e della morte che sembra aver stregato il regista spagnolo: uno scultore sta creando il suo capolavoro, la scultura di una donna bellissima, sua moglie, che vediamo all'inizio del corto assieme a lui in brani di filmini amatoriali di famiglia. L'ha persa in un incidente di macchina. E lui ne fa una statua.
Una scultura sanguinante a cui evidentemente vuol dare una vita anche a costo di perdere la propria.
Tra Frankenstein, le sculture di carne di Cronenberg e trasformazioni (in) umane mutuate da Tetsuo di Shinya Tsukamoto ( qui lo scultore non si trasforma in metallo ma viene progressivamente coperto da una specie di scafandro d'argilla), Cerdà indaga ancora sul confine che è situato tra la vita e la non-vita e di quanto possa essere inteso in maniera elastica questo limitare.
Genesis più che un horror è un melodramma struggente e disperato.
SPOLER SPOILER SPOILER SPOILER Lo scultore rivuole la sua amata anche a costo della propria vita e quello che avrà sarà solo un ultimo sguardo prima di essere tramutato definitivamente in marmo. Quello che rimane impresso di questo film è proprio quell'occhio spalancato, disperato che si nutre per un attimo della visione di lei prima di precipitare nell'oblio definitivo sotto una corazza marmorea incompatibile con la vita. FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER
Terzo cortometraggio di Nacho Cerdà dopo The Awakening e Aftermath, anche questo senza dialoghi ( perchè secondo il regista spagnolo la morte è silenziosa ed esige silenzio) si nota un processo di imponente maturazione nello stile dell'autore. E la scelta di non utilizzare la parola scritta rende ancora più evidente il talento del regista spagnolo che con semplici movimenti di macchina riesce a essere molto più espressivo che utilizzando delle battute di dialogo.
Da sottolineare in Aftermath e in Genesis la prova di Pep Tosar (presumo fratello maggiore di Luis Tosar, i due si assomigliano molto e hanno lo stesso sguardo) , protagonista in entrambi i corti. Interpretazione superba la sua , visto che solo con le espressioni degli occhi o poco altro riesce a evidenziare con misura i vari stati d'animo di personaggi che , recitati in modo non appropriato o eccessivo, sarebbero scivolati facilmente nella caricatura.
(bradipofilms.blogspot.it )
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