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La cognatina

Regia di Sergio Bergonzelli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La cognatina

di undying
2 stelle

Uno dei peggiori esemplari di commedia sexy ambientato in centro Italia, sceneggiato dall'abituale Piero Regnoli e diretto, con pochi soldi utilizzando la mano sinistra, da Sergio Bergonzelli.

 

LA-COGNATINA-Greta-Vaillant-KARIN-WELL-MANIFESTO-ORIGINALE

 

Dopo aver concluso gli studi in un collegio religioso, Monica De Simone (Karin Well) rientra nel suo paesino natìo, nel centro Italia, ospite della sorella Sabina (Greta Vayan) e del suo fidanzato Luca (Robert Woods). Conosce Firmino (Carlo Micolano), capitano di una squadra di calcio che antepone l'attività sportiva a quella amorosa e ben presto decide di sedurre Luca. Il parroco Don Camillo (Pupo De Luca) subisce, turbato, le confessioni di vita (sessuale) animata dei paesani, scoprendo, suo malgrado, che la prostituta Taide (Mimma Biscardi) è sua nipote.

 

"E ricordati, figliola, che il mondo è brutto, sporco, infangato dal peccato e dalla lussuria. Fuori di qui, è il regno delle tenebre e del male. E tu, Monica, rimpiangerai la mistica gioia del chiostro. Và, che il Signore ti assista..."

(Saluto della suora al termine degli studi nel collegio. Monica, però, replica: "Fuori ci sono anche i maschi!")

 

la-cognatina

La cognatina: Karin Well 

 

Mediocre esemplare della "commedia sexy" pensato e scritto dal solito Piero Regnoli, abituale sceneggiatore di pellicole popolari, questa volta in totale assenza di una pur minima ispirazione. Regnoli si adegua a sviluppare, ricorrendo a dialoghi inascoltabili, una storiella inverosimile intrisa di situazioni ironiche poco indovinate e ponendo l'accento su situazioni morbosamente erotiche, poi tradotte sullo schermo in sequenze di nudo piuttosto audaci per l'epoca. Dirige, sottotono, Sergio Bergonzelli, regista alla sua prima commedia sexy (seguiranno: La sposinaIl compromesso... erotico - Menage a quattro, Taxi Love - Servizio per signoraPorco mondoLa trombata - Quattro ladroni a caccia di milioniDaniela mini-slipLa mondana nuda e l'hard Apocalipsis sexual). La cognatina, interpretato da un cast di terza categoria, di positivo offre in più circostanze le nude grazie di Wilma Truccolo, attrice (celata dietro pseudonimo anglofono di Karin Well) poco dotata in termini di recitazione che ebbe un periodo di discreta celebrità per via della somiglianza con la più popolare soubrette Raffaella Carrà. Dopo essere brevemente comparsa in un paio di decamerotici (La bella Antonia, prima monica e poi dimoniaL'Aretino nei suoi ragionamenti sulle cortigiane, le maritate e... i cornuti contenti), la Truccolo esordisce proprio in questo film da protagonista per poi restare legata al filone presenziando in almeno una ventina di pellicole, alcune delle quali con derive degne delle luci rosse (Porno lui, erotica lei). La si rivedrà ancora, nel 1990, in La bahía esmeralda, sua ultima apparizione cinematografica in un film alquanto scadente diretto da Jesús Franco. Il suo titolo più celebre resta La zia di Monica (1980). La cognatina ha un suo significato puramente estetico che trascendente le poche intenzioni artistiche di Regnoli & Bergonzelli, dato appunto dalla presenza della graziosa Well, per il resto rimane uno dei peggiori esemplari del filone.

 

"...e così alla cognatina si aggiunge un cognatino... comincia il 'girone di ritorno'... un derby in famiglia, scanzonato e divertente che vi racconteremo nella 2ª puntata: menage a 4."

(Didascalia conclusiva)

 

scena

La cognatina (1975): scena

 

Critica

 

"Prima commedia sexy da protagonista per Karin Well, che somigliava come una goccia d'acqua a Raffaella Carrà e per questo fece un certo successo sui giornaletti porno. Al cinema un po' meno. Con lei un nome prestigioso del nostro western come l'americano Robert Woods, in una rara uscita sexy. Ma ci sono anche una specie di Don Camillo, Pupo De Luca, e una Peppona, Mimma Monticelli, un figlio balbuziente, una contadina modenese. Dirige il tutto, con una certa destrezza Sergio Bergonzelli. Il film è segnalato abbondamente, come molti altri titoli del regista, sulle pagine de Il Giornale dello Spettacolo. Così scopriamo che è un film di ripiego, visto che Bergonzelli avrebbe voluto girare due western in Spagna, Zanna Bianca e il cacciatore solitario e Zanna Bianca e i cercatori d'oro, ma non gli era riuscito di chiudere la coproduzione, per la lentezza burocratica del Ministero spagnolo. Così si butta sull'erotico. Leggiamo che il 3 ottobre 1974 il film passa al montaggio, curato da Giancarlo Cadueri della Econ: «Il regista ha già fatto alcune sedute con moviola col maestro Nello Ciangherotti cui ha affidato le musiche». Bocciato il 23 dicembre 1974 («contrario al buon costume sia nelle scene sia nella tematica»). Scrive l'anonimo giornalista: «Un Natale amaro e un Capodanno amaro! Un cattivo scherzo della Befana per Bergonzelli e l'Apotheosis!». Viene ripresentato un mese dopo in censura e alleggerito di alcune sequenze. Promosso. «La pochade, si sa, ha un suo stile, una grammatica costante in tutte le età e in tutti i paesi e La cognatina, che intende inserirsi in quel genere, non è mancato all'appuntamento con la beffa, col grottesco, col paradosso». Leggiamo più avanti che «forse Bergonzelli si era lasciato prendere la mano dal divertissement e qualche sequenza era risultata greve e piccante oltre misura: quindi ha accettato di alleggerire in 8 punti precisati». Per Bruno Dumont, su La Revue du Cinéma: «l'interesse si sveglia nell'ultimo quarto d'ora, quando Sabina prende le cose in mano per sviluppare una strana querelle con la sorella rivale. Si scopre allora che Bergonzelli è capace di costruire una scena, di farci sentire dei rapporti sottili fra i personaggi. La caricatura del matrimonio, risultato derisorio ma logico di questa macchinazione, chiarisce retrospettivamente il gusto degli autori per i dettagli irrispettosi e incongrui. E la farsa diventata enorme e crudele, è quasi riuscita». Scrive l'anonimo critico del Corriere della Sera: «per rimpinguare l'inconsistente storiella non si risparmiano espedienti a livello della più ipocrita pornografia. (...) Di fronte a tanto esibizionismo, al quale si prestano con disinvoltura e sfrontatezza due o tre attrici, forse strappate al marciapiede, ci sembra più onesta la pornografia senza complessi che resta invisa alla nostra censura. Quanto a licenziosità, il film, ideato e realizzato con pochi scrupoli da Sergio Bergonzelli, ha pochi rivali». Didier Lefevre, su Medusa Fanzine, nota che «il film, senza essere mediocre, non resterà negli annali della commedia sexy né, in generale, del cinema Bis. Inoltre, non si tratta di una commedia sexy, ma piuttosto di una commedia rurale ben ancorata nel quotidiano dell'Italia profonda degli anni '70». Il film uscì in Francia con inserti hard verdastri. Anche Bergonzelli ricorda gli inserti porno, e dice di averli girati lui stesso. L'autore dell'articolo «Una cognatina per mariti soli», descrive la protagonista Karin Well «una biondina, minuta, magrolina e con un musetto sbarazzino, che si fa perdonare la scarsa esperienza recitativa con lo straordinario entusiasmo con cui si spoglia. È sempre lì, nuda, con l'aria maliziosamente innocente»Visto il successo del film, Bergonzelli girerà un quasi sequel subito dopo: Il compromesso erotico - Menage a quattro. Vietato ai minori di 18 anni. Il film incassa a Milano, intorno a Ferragosto 1975, come leggiamo sul Corriere d'informazione (21 agosto 1975), qualcosa come un milione di lire al giorno, il 12 agosto una punta di un milione e 800 mila lire. Incasso totale: 247 milioni. Interni De Paolis. Uscito in Francia come Voluptés érotiques, ma anche coi titoli Elles en veulent, Porno Flash, in Portogallo noto come A minha insaciável cunhadinha, in Germania come Hot Summer."

(Marco Giusti)

 

"Sergio Bergonzelli dirige Karin Well e Greta Vaillant nel film La cognatina (1975). Ritornata a casa dopo un periodo trascorso in un collegio di suore, una ragazza per prima cosa seduce il marito della sorella, quindi decide di farsi insegnare qualcosa in più da una prostituta locale. Infine 'sfinisce' l'intera squadra di calcio avversaria a quella del suo paese. Bergonzelli tornerà spesso al genere erotico, a volte con film contaminati dal giallo come Porco mondo (porno) e Tentazione; del resto il regista è anche attivo nel thriller orrorifico (Nelle pieghe della carne; Blood Delirium)."

(Antonio Bruschini e Antonio Tentori) [2]

 

"Tra il 1975 e il 1976 Sergio Bergonzelli dirige un dittico che rivisita, in chiave erotica, il mito di Don Camillo. La prima parte prende il nome di La cognatina, e vede protagonisti Robert Wood, Karin Well e l'attore-feticcio del regista, il bravo Pupo De Luca. Monica (Karin Well) fa ritorno a Bosco di Sotto (refuso nel testo originale: la località è Borgo di Sotto, n.d.r.) dopo dieci lunghi anni trascorsi in collegio. La ragazza ritrova la sorella Sabina, che ha appena rilevato la farmacia del paese, e conosce suo marito Luca, un pittore che a tempo perso allena la scalcagnata squadra di calcio locale, presto attesa al derby infuocato con i rivali di Bosco di Sopra. Parroco dei due comuni conflittuali è l'irascibile ma bonario Don Camillo (sic!), l'attore Pupo De Luca, che ha il suo bel daffare a redimere i villici blasfemi e ignoranti del paese. Come se non bastasse, la sua vita viene scombussolata dall'arrivo di una prostituta con la vocazione sindacalista, che si scopre essere addirittura sua nipote, e per questo subito ribattezzata Peppona (!). La giovane e splendida Monica è ansiosa di scoprire i frutti più carnosi e succulenti d'una vita che ha conosciuto solo tramite i racconti apocalittici di Suor Carmela - 'il mondo è brutto, sporco, dominato dalla lussuria' - e quelli accorati e pieni di amore e di speranza della sua amica Simona, compagna di camera in collegio. La ragazzina, con l'impudente candore di una novizia, seduce addirittura il marito della sorella, e, per aiutarlo in vista della delicata partita, 'setaccia' con Peppona tutta la squadra di calcio del Borgo di Sopra, ad eccezione di Firmino, un giovane deciso a sfondare nel mondo del calcio e per questo dedito all'astinenza più totale. Nonostante l'impegno erotico profuso dalle due infaticabili donne, e gli evidenti risultati sul campo, l'attesissima partita viene risolta da dieci reti dello scatenato Firmino. Incurante degli avvertimenti della sorella, Monica continua a ronzare intorno a Luca, fino al giorno in cui la risoluta Sabina decide di disciplinarla a modo suo, facendola convolare a nozze con Firmino. Il ragazzo viene incastrato e accetta di sposare l'irrequieta Monica. Giunto il fatidico giorno, i due ragazzi decidono di confessare tutti i loro peccati al volonteroso Don Peppone, che, investito da una valanga di scabrose confessioni, quasi sviene, mentre Peppona rivolge una preghiera alla Madonna affinché non le faccia mai mancare il lavoro... Ispirandosi palesemente alla struttura narrativa e ai personaggi di Guareschi, Bergonzelli vivifica la storia con robusti innesti erotici - sottintesi e non - e irriguardose allusioni. La figura di Don Peppone è quasi speculare a quella classica portata sullo schermo da Fernandel, ma quella della prostituta battagliera e politicizzata, addirittura imparentata con il parroco, è inedita e, all'epoca, certo destabilizzante. Che Bergonzelli sia anni luce lontano dal buonismo ante litteram del Guareschi cinematografico lo dimostra, a più riprese, l'inusuale e casuale enfasi di gesti che sottolineano i dettagli anatomici più imbarazzanti, oltre ad eloquenti primi piani di sbalorditive erezioni animali à la Borowczyk. Pupo De Luca è efficace nel ruolo del burbero parroco anticomunista seppure non troppo conservatore, investito dall'irruenza sessuale di una ragazzina alla ricerca di emozioni. Un ruolo che sembra tagliato su misura per la sagoma corpulenta e l'aspetto collerico ma innocuo del bravo caratterista, che infatti vestirà altre volte il saio nero. Karin Well è credibile come ragazzina sfacciata, che cita disinvoltamente alcuni passi della Bibbia per legittimare la sua relazione adulterina con Luca. Imperdibili, infine, la gonna di Peppona, con la scritta 'aperto' davanti e 'orario continuato' dietro, e le mutandine con la scritta 'sciopero' sulle terga. Prodotto rozzo ma a tratti divertente. Di natura tutt'altro che storica il compromesso di cui si occupa Il compromesso... erotico (1976), seguito de La cognatina."

(Marco Bertolino, Ettore Ridola, Luca Rea e Riccardo Esposito) [3]

 

scena

La cognatina (1975): scena

 

Visto censura [4]

 

"La Commissione ritiene di non poter accogliere la proposta di effettuare tagli avanzata dal produttore, poichè le scene erotiche particolarmente spinte, i nudi integrali femminili, le sequenze di monta di animali, il turpiloquio, sono la parte preponderante del film stesso."

 

Con queste motivazioni il 27 dicembre 1974 La cognatina viene bocciato in Commissione di revisione cinematografica. Il visto censura (n. 65761), con divieto di visione ai minori di anni 18, arriverà in data 29 gennaio 1975, dopo che la produzione ha accettato di effettuare i seguenti tagli, pari a 65 metri di pellicola:

 

- 1) eliminazione della scena della masturbazione di Monica;
- 2) eliminazione degli accoppiamenti fra gli animali; 

- 3) eliminazione della scena del massaggio del pube di Monica da parte di Firmino;

- 4) eliminazione accoppiamento di Cicillino con l'oca;

- 5) alleggerimento notevole del rapporto fra i due coniugi;

- 6) eliminazione della rievocazione del rapporto lesbico;

- 7) alleggerimento del rapporto carnale fra Firmino e Sabina nell'automobile;

- 8) riduzione degli accoppiamenti della prostituta e di Monica con i giocatori;

- 9) riduzione, a due flash, delle mutandine di Monica allo stadio. 

 

Metri di pellicola accertati: 2395 (86' a 24 fps).

 

Sinossi estratta dal verbale allegato al nulla osta 

 

"Dopo gli studi in collegio la giovanissima e bella Monica ritorna alla ricca fattoria paterna, dove vivono la sorella Sabina (farmacista del paese) e il cognato Luca, simpatico e estroso, che si occupa di pittura, di pesca, di sport. In paese Monica conosce il parroco - buffo e bonario - Don Camillo; e Firminio un bell'atleta che aspira alle glorie olimpiche... ed è tanto infatuato da rinunciare alle donne per non compromettere la sua efficienza sportiva. Monica subisce presto il fascino del cognato, uomo nella pienezza della virilità - soprattutto quando la notte dalla sua camera ascolta turbata le esaltanti battaglie d'amore che Luca fa con la moglie - e nell'intimo matura la volontà di sperimentare anche lei tanta emozione. Un giorno dunque raggiunge Luca che pesca nel mezzo di un placido laghetto e sul natante traballante finalmente anche lei conosce l'amore. Il giuoco si è mostrato piacevole e Monica ci prova anche con Firmino; ma quando gli apre le braccia e... le gambe il miraggio della gloria sportiva blocca di nuovo l'atleta e gli soffoca in extremis gli ardenti pruriti. Giunge intanto il derby fra le squadre di calcio di due borgate rivali. Lo scontro si è sempre concluso con la vittoria della squadra di Firmino ma Monica si propone di rovesciare stavolta le sorti. Anche perchè è il suo bel cognato che allena la squadra opposta. Nella sua breve esperienza la giovanetta ha appreso che lo 'stress' erotico debilita il maschio; allora decide di fiaccare con l'amore l'intera squadra di Firmino. Allo scopo si allea con Taide, una simpatica prostituta - nipote proprio del parroco! -, e insieme attirano in un'accogliente garçonniere i giuocatori e le riserve, uno ad uno. E col volto velato per non essere riconosciuta e con la generosa collaborazione dell'esperta sgualdrina, li mette a terra tutti: tutti, meno Firmino perchè il fanatico capitano ha ancora resistito alla attrazione dei sensi; e l'indomani anche se tutta la sua equipe è distrutta basta da solo a battere gli avversari (segna da solo ben 10 reti) e Monica vede frustrati i suoi sudati servizi! Intanto però Sabina ha scoperto la relazione di Luca con la sorellina e decide di vendicarsi. Conoscendo che tra Firmino e Monica esiste una certa simpatia si apposta con una lupara, aspetta lo 'sportivo puro' e spianandogli l'arma addosso lo obbliga a spogliarsi e a far l'amore con lei: e la castità di Firmino capitola. Sabina gli impone ancora di sposare Monica, sperando così di togliersela di torno. Ma la scaltra sorellina intuisce la manovra e accetta di sposare Firmino a condizione di restare con lui nella fattoria per non perdere il contatto con lo splendido cognato. Sabina si arrende: in fondo, se Monica avrà a disposizione Luca, lei avrà ancora sotto mano Firmino. Nella chiesetta addobbata a festa, il burbero e simpatico Don Camillo benedice l'unione dei due giovani sposi scongiurando in cuor suo che quel matrimonio non sconfini nella comoda fattoria in uno scambio scanzonato: un rapporto a quattro tacito e consenziente. E perderà ancora una volta la battaglia con Taide, la nipote impertinente di professione sgualdrina, che gli dimostrerà inconfutabilmente che le prostitute non sono soltanto quelle schedate."

 

 

NOTE

 

[1] "Dizionario Stracult della commedia sexy" (Bloodbuster), pag. 167.

 

[2] "Malizie perverse - Il cinema erotico italiano" (Granata Press), pag. 27 - 28.

 

[3] "Vizietti all'italiana - L'epoca d'oro della commedia sexy" (Igor Molino Editore), pag. 106 - 107 - 108.

 

[4] Dal sito "Italia Taglia".

 

locandina

La cognatina (1975): locandina

 

"«Sai come si dice? Tre cose sono pericolose: cugini, cognati e compari. Le tresche più gravi si verificano quasi sempre nella parentela e nel comparatico»."

(Leonardo Sciascia)

 

La cognatina (Sergio Bergonzelli, 1975) - Clip

 

F.P. 22/07/2023 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 81'36")

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