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Inbred

Regia di Alex Chandon vedi scheda film

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La recensione su Inbred

di bradipo68
7 stelle

locandina

Inbred (2011): locandina

Gli inbred sono il frutto di accoppiamenti in consanguineità. da evitare proprio perchè fissano nella prole alcune caratteristiche genetiche che magari si vogliono evitare.
E questo film di Alex Chandon è l'apoteosi dell'inbred.
Quando i ragazzi arrivano nel pub, che si chiama The dirty hole, nomen omen , perchè un buco più sporco e polveroso è difficile da trovare, lo spettatore si accorge subito che le caratteristiche fisiognomiche dei villici locali sono tali da far pensare che c'è qualcosa che non va.
Denti sporgenti e tante altre piccole caratteristiche fanno di quel volgo qualcosa di veramente pauroso di cui i protagonisti sembrano non accorgersi.
Ok, d'accordo , è un film e ci vuole qualche piccolo sforzino di sceneggiatura....
Fatta la tara a questo ( è impossibile non realizzare che c'è qualcosa che non va nel verso giusto in quel pub e in quegli avventori) il film procede come una schioppettata dopo aver introdotto per sommi capi i personaggi in gioco, tutta carne da macello di cui si può fare a meno senza troppo rimpianto , un po' come succede in ogni slasher che si rispetti.
Ma Inbred ha forse una marcia in più : oddio, se non proprio una marcia, almeno una marcetta.
C'è ironia in tutto quello che si vede, ironia sbracata, bastarda e politicamente scorretta, una volontà di prendere per il culo sempre e comunque a partire dall'incipit ( in cui in uno scenario quasi da Inghilterra vittoriana per una limonata negata, un bracciante fa una strage a colpi d'ascia).
Inbred dopo la prima mezz'ora diventa una lotta per la sopravvivenza in cui le sorti sembrano alterne: eppure la beffa è sempre dietro l'angolo e per una volta quei due centesimi che ipoteticamente potrei scommettere li metterei sul nero.

A vederla meglio anche la locandina è una mezza presa per i fondelli: ti fa vedere cose che non sono, eroi e villain sono bruciati come nulla fosse e anche le morti sono alquanto varie: si va dalla mannaia alla mina antiuomo passando per l'ascia bipenne e per le zoccolate di cavallo. E non manca di certo la doppietta che fa buchi come quelli di un bazooka.
Fieri esponenti della razza umana combattono contro minorati psichici e fisici che però si prendono ampiamente la rivincita, si veda quello spettacolino super squallido in cui i forestieri sono protagonisti contro la loro volontà.
Inbred non brilla di luce propria, non è dotato di quella dose di originalità che lo farebbe emergere dalla palude del cinema di genere, racchiude in sè tutto quel cinema che va da Un tranquillo weekend di paura eCane di paglia Non aprite quella porta passando perLe colline hanno gli occhi e arrivando a Frontiers ,Calvaire  e compagnia cantante.
Ma non ha la pretesa di dire alcunché di nuovo: vuole divertire, spargere sangue e deiezioni in gran quantità un po' come mostra nel piccolo show teatrale allestito con gli umani come protagonisti "cooptati" sommergendo letteralmente di sangue e di merda gli spettatori.
E in questo riesce benissimo: le morti si susseguono in abbondanza da una parte e dall'altra, sempre in un clima di allegra ribalderia ( si fa per dire ma scommettere su quanti metri può fare una preda a cui hanno amputato una gamba è un qualcosa a metà tra il raccapriccio totale e il nonsense alcolico), le vittime hanno dalla loro intelligenza e spirito di iniziativa ( non sempre perchè non mancano le solite azioni ad minchiam) ma i villici sono in gran numero, armati e spietati e soprattutto non sembrano risentire delle perdite, sia dal punto di vista numerico che da quello umano.
Chi muore è subito cancellato. Non c'è problema.Non c'è spazio per gli affetti umani.
Tutti sono sacrificabili.
A Inbred basta questo per riportare la pagnotta a casa:  spettacolo che pigia sullo splatter e sul grottesco senza in realtà raccontare nulla di nuovo.
E stavolta vince il nero....

 

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