Regia di Andreas Marschall vedi scheda film
Masks è spogliarsi di sé stessi, di gettare quelle maschere per arrivare all'essenza della recitazione, giungendo dopo sofferenza e dolore, liberando i propri demoni, come in un rito iniziatico, dove un'aspirante (alquanto scarsa) attrice giunge in una scuola di recitazione dal metodo di insegnamento usuale per alcuni, molto più atipico per alcuni allievi che si abbandonano ai segreti del metodo.
L'abilità del regista è prendere principalmente Suspiria come modello narrante, ma non facendone un'operazione di remake quanto spogliare il film di Argento dell'atmosfera horror da fiaba nera che possedeva. Masks quindi è un Suspiria in versione thriller dove Marschall dimostra un vero e proprio amore per il cinema nostrano di genere, ricostruendo meticolosamente più di una sequenza, ma con una storia di follia estrema che riesce a catturare l'attenzione e creare suspence.
La dedica finale sui titoli di cosa a Mario Bava, Dario Argento e Sergio Martino è un'ulteriore dimostrazione del profondo rispetto verso il cinema nostrano che lo ha ispirato. Uno dei tanti autori che guardano al nostro glorioso passato mentre noi che ne siamo stati gli artefici, ci stiamo ancora a girare i pollici.
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