Regia di Andreas Marschall vedi scheda film
Stella è come se vivesse in una perpetua e straniante allucinazione ipnagogica, ciò che la circonda - stanze buie, antichi drappeggi, vecchi chiavistelli- sono tutti elementi primitivi, inquietanti rimandi del passato che segnano e scalfiscono un destino già malvagiamente sancito. Il film di Marschall è innanzitutto un souvenir estatico e visionario, e sebbene si ispiri ad un cinema lontano, la narrazione è forte di un “classicismo” moderno. Splendido il finale, emoglobinico e con ottime sferzate gore; mefitica e bambola desueta Magdalena Ritter.
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