Regia di Mervyn LeRoy vedi scheda film
E' l'archetipo dei film di gangster, che avrebbe generato negli anni successivi diversi ottimi esempi. Secondo me Edward G. Robinson è il migliore interprete di gangster assieme a James Cagney. In questo film Robinson dà vita a un credibilissimo capo criminale, che parte dal nulla e arriva ai vertici della malavita. Più che il desiderio di denaro, che comunque non gli dispiace, è la smodata ambizione che lo anima, la smania cioè di essere potente, temuto, e di fare sempre quello che vuole. E' così determinato e megalomane che in breve tempo spazza via, a suon di raffiche di mitra, coloro che erano capi prima di lui. L'interpretazione dell'attore è perfetta, ed è il vero punto di forza di questo film. La sua megalomania viene paradossalmente messa in risalto dalla sua bassa statura, e dal suo sguardo, sicché riesce a fulminare le persone tramite di esso prima che con le armi da fuoco.
Trovo interessanti due personaggi collaterali, che sono quasi il simbolo di due atteggiamenti umani davanti a una proposta pressante, che però non si vuole accettare. Uno è il suo ex compagno di strada, che il gangster tira per i capelli per farlo partecipare a una sanguinosa rapina. Egli non vuole, ma è soggiogato dall'enorme potere di persuasione del malvivente. Accetta solo per le sue pressioni, e con il voltastomaco, ma è proprio la sua ripugnanza a condannarlo. L'altro, invece (Douglas Fairbanks), trova la forza di dire di no al crimine a rischio della vita. Gli altri attori funzionano anch'essi: interpretano criminali e poliziotti, dando vita a una passerella di duri nel vero senso della parola, e a qualche viscido leccapiedi.
Forse è inferiore a film come "Scarface", "Gli angeli dalla faccia sporca" e "La furia umana", ma ha il pregio di essere il primo, ed ha tanto più merito per essere stato girato nel primissimo periodo del cinema sonoro.
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