Regia di Joseph Kahn vedi scheda film
La curiosità metacinematografica per decostruire il genere attraverso la parodia ed evidenziare così le falle di un concept - in questo caso il teen horror - smascherando le assurdità narrative, la puerilità dei temi e dei motivi e l'inconsistenza del mito originario, è un'operazione sterile in partenza che può vantare qualche interessante eccezione, ma che non può nulla contro l'efficacia mitopoietica del genere stesso.
Già Quella Casa nel Bosco (2011) voleva giocare sull'argomento decostruzionista scadendo nell'inguardabile, nonostante qualche intuizione interessante. Solo Scream (1996) è riuscito a giocare metadiscorsivamente con la sua stessa materia, strizzando l'occhio alla parodia senza mai evocarla direttamente, guardando piuttosto ai meccanismi del genere e ricreando così un nuovo concetto di horror ugualmente efficace e a suo modo perturbante.
Detention invece non riesce a togliersi di dosso l'imbarazzo di un'idea bislacca di cui non va premiato nemmeno il coraggio. Il taglio fortemente parodistico è disarmante, stucchevole nella sua costruzione filmica, nella sua resa narrativa, nell'espressione demenziale vuota e sterile, inconsistente, senza un vero meccanismo comico riconoscibile e autoriale se non quello del tentativo surreale, della battuta nerd e di una comicità strampalata che non può uguagliare quella di David Gordon Green né emulare quella dei Bob Clark anni '80. Non ci troviamo di fronte a un'opera nata male, piuttosto a qualcosa di ontologicamente inguardabile. I dialoghi ti affondano....
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