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L'arbitro

Regia di Paolo Zucca vedi scheda film

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La recensione su L'arbitro

di zombi
5 stelle

film troppo strano e un pò troppo difficile da seguire. le (dis)avventure di un arbitro che si farà corrompere, più attento alle scaramanzie e alle mosse da fare, che alla propria integrità di sportivo e uomo soprattutto, e la lotta tra due squadre di calcio di provincia in sardegna dove a farla da padrone sono i dissidi tra padrone e sottoposti, tifosi e tra parenti, si riuniranno in un finale carnevalesco confuso e confusionario come il resto della pellicola. troppo indeciso su che registro usare spesso anche nella stessa inquadratura, il regista butta letteralmente al vento una idea(quale che sia) spinto dall'esigenza e dalla voglia di completare il suo primo lungo. raggiunte le arcaiche asperità di una montagna su cui sta un oracolo che risponde non rispondendo a due cugini il cui odio porterà a tragiche conseguenze, il film oppresso da un bianco e nero un pò cinico e un pò pasolinianamente sacro, sembra suddiviso in episodi che non hanno intenzione di incastrarsi alla perfezione, ma che sono inesorabilmente suddivisi a compartimenti stagni da un uso improprio dei vari generi che fecero la fortuna del nostro cinema. per esempio; se la forza di un'immagine televisiva come quella di geppi cucciari poteva essere vincente, non lo è dal momento che viene utilizzata come immagine della geppi cucciari televisiva che nei suoi show funziona e qui stona e stroppia. l'odio e la violenza di un mondo che per me non può che essere ricondotto per esempio ai bei racconti di salvatore niffoi, viene diluito abbondantemente e inutilmente da un grottesco superfluo che alla fine stanca. il mondo del calcio visto solo come ricettacolo di affari multimiliardari e mazzette, oppure come campo in cui sfogare il proprio odio per l'altro, si adatta perfettamente alle troppe immagini che si continuano a vedere nei tiggì. per quanto riguarda il comparto attori, i migliori sono gli sconosciuti e marco messeri, mentre invece per quanto riguarda stefano accorsi, non si discosta da una medietà che lo contraddistingue dall'inizio di carriera e che sembra non abbandonarlo, almeno per quello che di suo ho potuto vedere. un'occasione molto confusa e sommariamente persa. 

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