Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Film che amerete o odierete; allora fate la cosa giusta, guardatelo e fatevi la vostra opinione.
Malgrado l’Oscar vinto, il film ha diviso come non mai. In Italia almeno, mentre all’estero pare sia stato apprezzato un sacco. Si parla delle giornate e delle nottate di questo Jep Gambardella (un grande – come sempre – Toni Servillo, sempre elegantissimo), nella vita mondana di Roma. In passato questo Jep scrisse pare un romanzo molto importante, ora fa il giornalista, anche se, a vederlo, a tempo perso. E’ ben più importante il suo girovagare per Roma, o il suo frequentare feste e avvenimenti in città. Come anche i ciechi hanno notato, è stridente il confronto tra le bellezze di Roma e la fauna che frequenta il nostro. O tra l’arte di un tempo, e l’arte (se tale si può chiamare quella che viene fatta vedere nel film) di oggi. O tra le musichette delle feste, e gli splendidi brani di musica d’arte della colonna sonora. Da una parte, Roma al suo meglio, in immagini magnifiche, che già anche senza, se non la città più bella del mondo, è di sicuro UNA delle città più belle al mondo. Dall’altra, un’accozzaglia di persone volgari, esagerate, inutili (anche se in teoria dovrebbero essere la “Roma che conta”). E fin qua, è banale, no? Ovvio. Contrasti evidenti. La Grande Bellezza è dunque Roma, la Roma che fu un tempo e ora fa cacare? Mah…al tempo. Perché questo schifo di società romana, che delude l’unica persona sana di mente del gruppo (un Verdone in palla), ma che è riconosciuta misera anche dal protagonista, non credo fosse tanto diversa dalla Roma imperiale o Rinascimentale, di quella Roma che ci regala tanti capolavori. Non molti hanno notato, o pensato, che la stessa fauna ributtante delle feste di oggi, è la stessa fauna ripugnante di feste di anni e secoli prima; anzi allora era probabilmente peggio. Eppure anche da società magari più corrotte e pigre, vennero partoriti capolavori inarrivabili. C’è speranza allora anche per quella d’oggi, se addirittura come si dice nel film lo stesso Jep diede alle stampe un libro “fondamentale”? E il regista, forse, ha voluto fare vedere la Grande Bellezza, che è sì in Roma, ovvio, ma soprattutto, in fondo, nella fidanzatina di Jep giovane, che si gira a guardarlo in una delle scene finali del film. Quella è la Grande bellezza, che è ritornante, ed eterna come la bellezza di Roma, sarebbe da dire, pure. Film che si presta a molte letture. Film imperfetto (lunghezza eccessiva, finale che non arriva mai, quando pure, passate le due ore, sono forse una decine le scene su cui poteva terminare; tanta o troppa carne al fuoco; momenti in cui non capivo cosa dicevano i protagonisti; un procedere a volte per episodi, etc…) ma per me un buon film, direi un 7 comodo e qualcosina di più. Film non per tutti; ha attirato invece, vinto l’Oscar, tanti spettatori che non sono abituati a questo genere di film, e spesso l’hanno rifiutato in toto. Pure, tanti altri che si sorbiscono dei bei mattoni tutto l’anno, l’hanno pure bocciato anche loro. Perché sì, il film ha vinto l’Oscar come migliore film straniero, ricevendo lodi magnifiche all’estero (spesso condivisibili), anche se il danese Il sospetto, ora che li ho visti entrambi, era probabilmente superiore. Ma questo di Sorrentino regala anche la visione di Roma, che c’è gente nel mondo che si fa 10.000 km per vederla, e dunque aveva più frecce al suo arco e se le è giocate bene. Ha perso invece a Cannes, battuto da La vita di Adele, che in effetti si può dire sia anch’esso superiore. Al botteghino poi è andato bene, per essere in definitiva un film d’essai (altro equivoco; tanti pensavano di vedere cosa, Benigni?). Comunque un film che ha diviso e fatto discutere, come questo, direi che va visto.
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