Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
E’ quasi uno sforzo titanico alzarsi dalla poltrona dopo aver assistito a La grande bellezza. Difficilissimo staccarsi da quelle ipnotiche immagini di una Roma raramente così affascinante, eppur così distante. Si rimane quindi inchiodati al proprio posto domandandone ancora e ancora, fino a che il nostro cuore già colmo di meraviglia non arriverà a traboccare letteralmente d’amore per quel sopraffino trucco chiamato Cinema. Film molto sottovalutato, a tratti quasi disprezzato, diviso equamente tra cinismo, sogno ed umorismo, accomunati e legati da un profondo trasporto, da un vero e proprio amore per l’amore in se, che attraversa tutta la visione, fino ad arrivare alle Radici di ciò che fa di noi quello che siamo. Gep Gambardella, l’uomo che probabilmente tutti vorremmo essere, attraversa il film e la nostra vita con una levità, un disincanto e al tempo stesso con una potenza espressiva che ci lasciano attoniti, disarmati, muti. Attimi di Grande Bellezza che sottendono la visione e le nostre esistenze, confuse e smarrite, in un costante accumulo di cose, parole e persone, per restituirci una dignità della visione che credevamo smarrita. La chiave è davanti ai nostri occhi, la Bellezza è intorno a noi, a volte è un trucco, a volte è solo sognata, eppure, scavando nei nostri ricordi, o negli anfratti di un essere altro, possiamo afferrarla, anche solo per un istante, sentendoci di nuovo vivi. Lo sguardo di Gep è quello del Cinema, che riesce a cogliere lo splendore che lo circonda, lo fa proprio, ma troppo spesso non riesce a restituircelo, a raccontarcelo. Allora per poterlo finalmente spiegare e raccontare, deve andare alla Radice, al cuore di una storia, all’attimo che ne genera altri ed inevitabilmente all’origine di tutte le storie, di tutte le nostre storie, di tutte le nostre vite, c’è per forza l’amore. Senza cogliere ed accogliere l’amore è impossibile vedere, capire e raccontare la Grande Bellezza che ci circonda, perché solo il sentimento ed il ricordo riescono a dare forma e sostanza alla materia che ci circonda. Poco importa se spesso si tratta di un trucco, di un gioco di prestigio, che ci fa credere di aver visto qualcosa, che in realtà forse non è mai stato lì, sarà stata comunque una magnifica illusione. Il Cinema quindi cattura il sogno, il trucco, il gioco, l’illusione e grazie all’amore li rende veri, vivi e commoventi, anche solo per un istante, anche e solo per noi che abbiamo ancora la pazienza di vedere. La Grande Bellezza è il Cinema e forse i veri poeti siamo noi, spettatori ancora capaci di sognare ad occhi aperti di fronte ad un trucco ben riuscito, di fronte ad una singola immagine, nonostante tutto ancora capaci di restare nudi e disarmati al cospetto dell’amore, che domina incontrastato su tutto e tutti. Fin dal principio, fin dai titoli di testa, delle storie di ognuno di noi.
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