Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Scrittore da anni in crisi d'ispirazione, il 65enne Jep Gambardella è diventato il mattatore delle feste del bel mondo (si fa per dire) romano. Circondato dal vuoto e dall'orrore di volti tumefatti dal botox, ripenserà alla propria vita alla ricerca di nuovi stimoli per ricominciare a scrivere. Nel frattempo Paolo Sorrentino si mette alla guida di una Fiat 500 ("la piccola grande bellezza") nel relativo spot pubblicitario, chiarendo parecchi aspetti riguardo il suo ultimo celebrato capolavoro. Finalmente l'ho vista questa "Grande bellezza" e, onestamente, non mi è sembrata granché tale: tante belle immagini e una prova d'attore maiuscola di Toni Servillo al servizio di un onanismo lungo 140 minuti lancinanti di noia. Sorrentino mette in scena la festa mobile sull'orlo dell'abisso della (ex) Dolce Vita romana, sperando forse di farne metafora del decadimento della nostra società, ma, a parte qualche sapido ritrattino (la scrittrice pseudo impegnata smerdata da Gambardella, i nobili in affitto a 250 euro a serata) riesce solo ad essere irritante e la messa in scena dei grotteschi trenini dei suoi tristissimi protagonisti finiscono per attingere più che a Fellini alle feste cafonal raccontate da Dagospia. In definitiva la sospirata catarsi avviene nel ricordo dell'amore puro dell'adolescenza... e c'era da farla tanto lunga per addivenire a tale banalità? Ormai devo confessarlo, Sorrentino non mi piace: trovo che sia soprattutto un furbo confezionatore di belle immagini e un abilissimo venditore di fumo. Questa volta il colpaccio, complice un irripetibile allineamento dei pianeti (leggi alla voce: "botta di culo") gli è riuscito alla grande... la prossima volta, chissà. Due stelle.
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