Regia di Oreste Biancoli vedi scheda film
Durante la prima guerra mondiale un bambino si smarrisce sulle Alpi e viene recuperato dai soldati italiani, che lo portano con loro sul fronte. Qui, catturato dai nemici, finisce in un orfanotrofio da cui riesce però a scappare, per ritrovare la strada di casa.
Il romanzo di origine è intitolato precisamente Piccolo alpino, a firma di Salvator Gotta, e la sceneggiatura è di Alfredo Carpegna, Akos Tolnay e del regista Oreste Biancoli, con la collaborazione di Dino Falconi e Paolo Monelli; questa pellicola è in poche parole un drammone a lieto fine condito di buoni sentimenti e retorica patriottica. Biancoli, classe 1897, aveva già una discreta esperienza in veste di sceneggiatore, mentre dietro la macchina da presa era ancora alle prime armi; il risultato è conforme alle aspettative, che naturalmente sono piuttosto limitate. Intrattenimento per il più vasto pubblico con morale gradita al regime, in sostanza; il lavoro è fiacco anche per l’epoca, ma compiuto con sufficiente cura e nel cast i nomi di maggior rilevanza sono quelli di Filippo Scelzo, Mario Ferrari, Cesco Baseggio, Ernesto Almirante, Annibale Betrone e Lamberto Picasso, mentre il ruolo del protagonista è affidato al piccolo (e bravo) Elio Sannangelo, la cui carriera nel cinema, appena iniziata, si fermerà pressoché subito. Quasi mezzo secolo dopo Gianfranco Albano girerà Mino (1986), partendo dal medesimo romanzo. 3/10.
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