Regia di Chris Wedge vedi scheda film
L’erba del vicino è sempre più verde, soprattutto se dall’altra parte dello steccato ci sono i Leafmen: guerrieri formato tascabile, sorvolano la Madre Terra a bordo di colibrì e proteggono la regina Tara dagli agguati dei Bogani. I quali, pur abitando a un tiro di schioppo dalla foresta, non ne invidiano la flora colorata né la fauna gioiosa, bensì mirano a trasformarla nella natura morta (paludosa e maleodorante) in cui vivono. Mentre il popolo di Tara si prepara ad accogliere un nuovo baccello, il prescelto per garantire prosperità al bosco, la giovane Mary Katherine torna a malincuore nella casa paterna, adibita a laboratorio di ricerca per altre forme di vita. Il fervore con cui l’uomo insegue le piccole ombre che frequentano il suo giardino non incontra l’entusiasmo della ragazza, la quale ha appena perso la madre e vorrebbe elaborare il lutto in maniera più convenzionale. Uno scherzo del destino - che, come direbbe la regina dei Leafmen, accade sempre per una ragione - la trasforma nella miniatura di se stessa, costringendola ad attraversare l’erba ineditamente alta, vitale e avventurosa. Come i ragazzi ristretti di Joe Johnston, il cui papà Rick Moranis ha più d’un tratto in comune con l’eccentrico genitore di Mary Katherine. Imprimere ritmo narrativo a un prato non è ardua impresa, soprattutto se supportata da un parcogiochi naturale percorso da creature microscopiche e velocissime, che sanno mutare una foglia nel trampolino di lancio per un triplo carpiato e una tana di topo in anfratto potenzialmente letale. Chris Wedge contrappunta il suo meraviglioso spartito floreale di caratteri & caratteristi, ragazzi incompresi e irruenti & irresistibili lumache combattive, bruchi saggi e “fumosi” come Lewis Carroll insegna & schifidi villain ammantati di pelliccia (di ratto). Perché la creazione di un (micro)mondo va al di là della tecnica - pregevole - che disegna corse a ostacoli tra tronchi d’albero: è questione di relazione, da annaffiare come una pianta rampicante perché possa infilarsi sotto i nostri stipiti di persone (mai troppo) cresciute. L'epica di quest’animazione vivace e steroscopica è nei suoi personaggi. Nasce dalla grandezza di piccole donne come la regina Tara, il cui potere di rinverdire la terra bruciata è un dono di natura ma soprattutto un’inclinazione dello spirito in sempiterna primavera. Si abbevera alla fonte di rapporti naturalmente conflittuali. Germoglia magicamente come un baccello salvifico, metafora verde di un’adolescenza coltivata in serra e finalmente padrona dei propri frutti. E quando l’umanità smette di guardare in terra con l’arrogante superficialità di chi mira soltanto a evitare i fossi, il tappeto di foglie diventa un luogo dell’anima e una lezione di vita. Per piccoli e grandi.
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